Possession by Calumfan [NC17 - Traduzione - OneShot]

E se House perdesse una scomessa con Cameron?

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  1. House&Cameronthebest
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    OneShot concessa da Calumfan rigorosamente NC 17 per linguaggio colorito e scene di sesso.

    Thanks Calumfan! :wub:

    House ha un caso e scommette con Cameron sulla diagnosi..... Alla fine vince lei e quindi........

    Possession

    Allison Cameron si trovava davvero in un mare di merda: quel giorno, che era iniziato così promettente, si era trasformato nella situazione imbarazzante in cui si trovava adesso… Su uno sgabello, in un bar, seduta in silenzio di fronte al suo capo Greg House.

    Le previsioni per la giornata all’inizio si erano rivelate buone: avevano avuto un paziente, lei aveva trovato una diagnosi e se avesse avuto ragione, cosa che guarda caso House non credeva possibile, House sarebbe dovuto uscire con lei. Alla fine era risultato che lei aveva indovinato la diagnosi, provandogli così che anche l’infallibile dottor Gregory House, Diagnosta riconosciuto dal Consiglio e specializzato in Nefrologia e Malattie infettive, non aveva sempre ragione.

    Lei era stata determinata affinché questa serata andasse molto meglio dell’appuntamento precedente, o della “sconfitta” come le piaceva chiamarla. Niente ristornante stavolta, oh no, adesso sapeva come comportarsi: stasera, su consiglio di Wilson, sarebbero andati in un club di jazz, che non era né troppo carino né pedante e se ne sarebbero fregati di tutto e tutti, divertendosi.

    Lei aveva scelto l’abbigliamento perfetto per la serata: un vestito sexy rosso, che le si adattava alle piccole curve, e un paio di scarpe stile Chanel con 5 centimetri di tacco. Si ricordava ancora con affetto il modo in cui House aveva reagito quella notte di tanto tempo fa durante il ballo di beneficienza a favore del reparto di Oncologia, quando l’aveva vista vestita di satin rosso. Se lei fosse riuscita nel suo intento, Chase e Foreman sarebbero volati fuori dalla stanza ed House l’avrebbe adagiata sul tavolo della sala conferenze, muovendosi profondamente dentro di lei. Ma questo non era mai accaduto ed il suo scopo era quello di rimediare a quell’errore.

    Sfortunatamente House stava odiando quel club: aveva criticato i musicisti ed aveva emesso suoni odiosi, che avevano fatto trasparire la sua noia, ogni volta che si stava per eseguire una canzone. Per non parlare del fatto che aveva insistito per guidare la moto, spiegazzandole quello che una volta era stato un vestito rosso attraente e riducendole ad uno schifo i capelli sistemati. Almeno un giorno lei avrebbe potuto raccontare ai suoi nipotini di come Nana era stata “gentilmente” buttata fuori dal club di jazz, per aver disturbato gli altri clienti, i componenti della band E la direzione. Avrebbe sempre potuto ringraziare House per quello.

    House poi aveva scelto un posticino vicino alla parete del bar dietro l’angolo, dove era sembrato trovarsi perfettamente a suo agio e nel suo elemento: peccato che Cameron avesse attratto l’attenzione per il modo in cui era vestita. Tutti gli occhi si erano puntati su di lei da quando era entrata dentro l’edificio.

    House non aveva dato segni evidenti riguardo l’essere consapevole degli sguardi, che tutti gli uomini nello stabilimento avevano indirizzato a Cameron, e questo suo atteggiamento aveva tratto in inganno tutti: ma in realtà a lui non sfuggiva mai nulla. Non c’era da chiedersi se metà degli uomini lì presenti avesse strappato mentalmente quel misero pezzetto di vestito dalle delicate spalle di Cameron: lei era da togliere il fiato, ma House non gliel’avrebbe detto in faccia. Il colore rosso le donava: risaltava le mèches dei suoi capelli, la pienezza delle sue labbra, la delicata femminilità, che era tipica di lei, e la durezza del pene di House. Il tragitto in moto, per arrivare a quel club orribile, era stata una pura tortura con l’erezione, che stava crescendo e che lui aveva cercato di nascondere.

    Aveva capito esattamente cosa stavano pensando gli occupanti del bar, quando erano entrati dentro insieme - Non può stare davvero con lui – E’ suo zio o suo padre? - Guarda quella dolce ragazza così gentile con quel povero zoppo - House aveva cercato di fingere che non gli avessero dato fastidio quei loro pensieri, ma quel piccolo tocco nascosto d’insicurezza gli stava tessendo dei veli di dubbio nella coscienza.

    House mandò Cameron al bancone, per prendergli un bicchiere di scotch: la mancanza di fiducia si stava rivelando un visitatore sgradito ed aveva bisogno di un po’ d’alcool, per tenere i nervi saldi. Mettendosi 2 Vicodin in bocca, si gustò la visione di Cameron vista da dietro, mentre si allontanava. Cavolo, il modo in cui quel vestito le si stava muovendo sul sedere doveva essere illegale almeno in 37 stati.

    **

    L’imponente alta figura di un uomo scivolò accanto a Cameron, mentre lei aspettava pazientemente che il barista ritornasse da lei con il drink suo e di House: non aveva nemmeno bisogno di girarsi nella direzione di quell’uomo, per sapere che quello non era il suo partner per la serata; non aveva la presenza o l’essenza di House. No, l’odore di quel corpo non le causava il riscaldamento del sangue, l’arrossamento delle guance, l’indebolimento delle ginocchia e l’umidità all’interno degli slip.

    Lo sconosciuto cambiò posizione, facendo scorrere lo sguardo lascivo su e giù per la figura di Cameron: lei non sapeva perché ma quello sguardo la fece sentire così sporca ed usata, come se avesse avuto una A, che stava ad indicare “alta qualità”, marchiata a fuoco sulla fronte. Sospirando, Allison si allontanò di qualche centimetro da lui, ignorando educatamente le sue avances.

    Gli lanciò un veloce sguardo, mentre allungava un amano, per prendere una manciata di arachidi dalla ciotola in cima al bancone del bar. Non che lui non fosse attraente, perché non era così: era solo che lui non era affatto il suo tipo. Bè, quella era una bugia: il suo completo gessato spiegazzato, i suoi capelli perfettamente sistemati e il suo modo di fare sicuro normalmente avrebbero gridato - Cameron saltami addosso - Ma adesso non più: non da quando la sua preferenza in fatto di uomini si era evoluta nell’apprezzamento di misantropi figli di puttana più vecchi, rudi, trasandati e danneggiati. No, tutto ciò che Allison Cameron voleva in un uomo era l’ultima cosa che avrebbe dovuto volere in una persona: lei voleva il suo zoppo capo stronzo dagli occhi azzurri.

    Lo sconosciuto si mosse verso Cameron in modo precario, invadendo il suo spazio personale. “Dio! Non ho bisogno di questo schifo!” pensò lei. Quel tizio si concentrò sulla propria mossa: le lanciò un sorriso da 100 watt, ma questo servì solo a farle provare ancora più repulsione. Ad un’ispezione più accurata di lui, che lei si ritrovò obbligatoriamente a fare, visto che stava respirando il suo respiro esalato, decise che quell’uomo non era poi così attraente e che probabilmente si chiamava Blaine, Chip o Blake o che comunque avesse qualche altro nome mondano e da figlio di papà.

    Blaine alla fine fece la propria mossa, offrendo un drink a Cameron: lei rifiutò cortesemente, dicendo che ne stava già aspettando uno, ma il caro signor Figlio di papà non capì l’antifona e le sue avances diventarono più spinte, sfiorandole “accidentalmente” il petto con il braccio, sussurrandole all’orecchio ed avvolgendola nel suo alito rancido e puzzolente.

    Dal nulla un sonoro THUD, proveniente da un bastone sbattuto tra loro 2, respinse le avances di Chip. Gli occhi di Cameron incontrarono quelli di House ed il flash di dolcezza, che vide in quelle profondità blu, fu velocemente rimpiazzato da un fuoco, che Cameron non vi aveva mai visto prima d’ora.

    House si girò, per guardare il proprio avversario – “Oh mi dispiace!” – disse in modo sarcastico – “Non ti avevo visto” - e così dicendo, gli diede una spinta sulla spalla con la propria, spingendolo via senza troppa forza. Porgendo a Cameron la birra appena arrivata e prendendosi il proprio scotch, House si mosse dietro Cameron e le passò un possessivo braccio attorno alla vita – “Sono venuto a raccogliere le mie cose” – annunciò e gli occhi di House non abbandonarono mai quelli di Blaine, mentre faceva scendere la bocca, facendo sfrecciare la lingua dall’arteria carotidea di Cameron fino al suo pulsante punto sensibile dietro l’orecchio.

    Cameron chiuse gli occhi e si calmò contro la figura di House, mentre il corpo le pulsava per il semplice contatto tra i loro corpi, contatto che lei non avrebbe mai creduto di provare – “Mia, mia, mia” – annunciò House a Chip, a Cameron, a tutto il dannato bar. House la marcò effettivamente come propria e il signor Figlio di papà batté in ritirata, avvertendo la presenza del maschio Alfa.

    House e Cameron non sembrarono notare la ritirata dell’altro uomo: l’elettricità, che si stava sprigionando tra di loro, adesso era quasi vicino all’essere una grande eccitazione. House si passò la lingua sulla punta del labbro superiore, assaporando il sapore di Cameron, mentre il corpo gli tremava per la smania di avere di più.

    Cameron poté sentire la tensione nei muscoli di House, mentre si appoggiava a lui: la sua innegabile mascolinità era inebriante. Allison non era mai venuta a conoscenza di questo suo lato e dire che questo suo atteggiamento era un incredibile elemento eccitante sarebbe stato un eufemismo. Era come se House stesse rivendicando i propri diritti su di lei e lei fosse poco più di una docile partecipante.

    Cameron cambiò posizione fino a quando non fu proprio di fronte ad House: gli occhi azzurri di lui erano tanto torbidi di desiderio e fuoco, che lei si aspettò quasi che lui ringhiasse prima di divorarla. E lui la divorò, facendo collidere le loro bocche, mentre le afferrava contemporaneamente il sedere, per farle muovere le pelvi contro l’erezione.

    Nessun angolo della bocca di Cameron rimase inesplorato dalla lingua di House: Cameron aveva la testa stordita; non era mai stata baciata così bene. Aveva avuto ragione lui quando aveva detto - "Nessuna donna dovrebbe morire senza sapere cosa si prova"

    Liberandosi dal bacio, House morse il succulento lobo dell’orecchio di Cameron – “Ora vai” – le sussurrò e la sua non fu una richiesta o un suggerimento: fu un ordine. Cameron annuì senza dire una parola, mentre House buttava un po’ di denaro contante sul bancone del bar.

    Riuscirono ad arrivare a mala pena fuori dalla porta, prima che House bloccasse Cameron contro il freddo muro dell’edificio, facendo collidere nuovamente le loro bocche: Allison reagì, eguagliando l’intensità di lui, ed insieme intrapresero una deliziosa scopata di bocche, che li lasciò boccheggianti ed eccitati oltre ogni ragione.

    “Cazzo Cameron” gemette House, poggiando la fronte contro quella di lei: lui conosceva tutte le ragioni, per cui non avrebbe dovuto fare questo, ma, dannazione, lei era sua. Le fece scorrere gentilmente le nocche contro i sensibili capezzoli ed essi risposero di conseguenza, raddrizzandosi e supplicandolo di avere la sua attenzione.

    Cameron chiuse fortemente le gambe, mentre il pulsare del corpo ormai per lei era diventato un dolore incontrollabile, e gli slip le si inzupparono di umidità – “House…Io…” – disse, ma era a corto di parole.

    Con un bacio finale House le sfiorò la femminilità con il palmo: cazzo era così bagnata e pronta, che poté sentire l’umidità attraverso il tessuto del vestito. “Andiamo” le disse, prendendole la mano e portandola verso la Honda. House era determinato a dare a Cameron a casa propria ciò che lei voleva più di tutto, ma prima le avrebbe fatto perdere la testa.

    House montò sulla moto, accendendo il motore – “Salta su” – le ordinò e lei obbedì diligentemente: prese posto dietro House, mettendogli le braccia attorno alla vita e poggiandogli gli stinchi dietro le caviglie.

    “Allarga di più le gambe” ordinò House. Cameron era confusa: se avesse allargato ulteriormente le gambe, sarebbe finita contro il sedere, rivestito di jeans, di House. Lui divenne impaziente e allungò le mani dietro di sé, spingendo il corpo di Cameron contro di sé, per costringere la femminilità di lei a sollevarsi dal sellino posteriore.

    Cameron poté a mala pena soffocare il gemito, che le scappò, mentre il piacere le scorreva in corpo.

    “Così” la incitò House e alla fine Cameron acconsentì, allargando le cosce ad una distanza non adatta alle signore, ma che le permise di avere il cuore della femminilità premuto contro il sedere di House. Lui diede gas al motore ed una vibrazione le partì di soppiatto dalla parte interna delle cosce fino al clitoride.

    “Oh mio Dio!” urlò Cameron, mentre un piacere intenso iniziava a crescerle dentro e le vibrazioni della moto la stimolavano, facendole sbattere la femminilità contro i jeans, che House indossava.

    “Così” disse House, sorridendo, mentre un malvagio senso di esultanza gli si abbatteva contro, e schiacciò ancora più forte l’acceleratore, facendo reagire ancora di più la sua partner attraverso il continuo rombare del motore.

    Cameron iniziò a muoversi selvaggiamente contro House e tutta quella situazione diventò troppo pesante da sopportare: la moto, i baci, le vibrazioni, il corpo di lei pronto per l’orgasmo.

    House amò ascoltare i suoni emessi dalla gola, chiusa a causa del piacere, di Cameron – “Cazzo. Oh Dio, House, si, ti prego”. House adesso era duro come una roccia ed il suo corpo minacciò di eiaculare semplicemente sentendo la voce di Cameron.
    Diede ancora più gas al motore, andando adesso ad intervalli brevi e facendo uscire completamente pazza Cameron: lei era così vicina…. Diavolo, chi aveva bisogno di un vibratore, quando si aveva la moto? Quando l’orgasmo le si avvicinò, Cameron fece scivolare le mani sotto la camicia di House, affondandogli le unghie negli addominali.

    “Vieni per me Cameron” la incitò House. Lui voleva, no lui AVEVA BISOGNO di sentirla perdere il controllo e cadere oltre il limite. Posizionando meglio la mano sull’acceleratore, House fece uscire la moto dal parcheggio, facendola andare sulla strada fatta di ghiaia.

    House guaì per il dolore, quando i denti di Cameron gli catturarono il lobo dell’orecchio e le fusa più sexy, che lui avesse mai sentito, emersero dalle profondità dell’addome di lei – “Ohhhhhh cazzo House!” – gemette lei, venendo. Le ondate di piacere continuarono senza sosta, mentre House continuava a correre per la strada, facendole raggiungere tanti piccoli orgasmi man mano che la moto sobbalzava sul terreno.

    Quando arrivò davanti casa, fermò la moto e spense lentamente il motore, scendendo dalla motocicletta e lasciando Cameron seduta sulla sella. Dopodiché le offrì la mano: doveva avere le gambe completamente fuori uso. I suoi occhi erano spalancati e le sue labbra erano dischiuse: House l’aveva appena premiata con i 3 minuti più intensi di orgasmo della sua vita e ancora non l’aveva penetrata.

    House mosse la mano, per afferrarle gli slip ormai saturi, e la testa di Cameron oscillò all’indietro: cosa le aveva fatto quest’uomo?

    House si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto, prima di posare un gentile bacio sul nasino impertinente di Cameron – “Le pollastre amano la moto”

    Con gambe tremanti Cameron scese dalla moto di House, barcollando leggermente, ma lui allungò una mano, per farla stare in equilibrio, per quanto potesse aiutarla uno zoppo. Greg le studiò il volto, i suoi bellissimi occhi spalancati e pieni di domande e il rossore, derivato dall’orgasmo, che ancora le arrossava le guance. Cameron era da togliere il fiato, non c’era alcun dubbio al riguardo, ed il folle orgoglio maschile iniziò a crescere dentro di lui, perché LUI le aveva fatto questo.

    “Andiamo” le disse, stringendole la mano destra con la sinistra e trascinandola verso gli scalini, che portavano a casa sua. Per lei doveva essere una situazione imbarazzante, lo si capiva dal modo in cui si stava guardando in giro, come se stesse entrando in un palazzo mediorientale dalle sculture intricate e dall’arte fantastica, rifiutandosi di guardarlo negli occhi. Ma House la poteva capire.

    Questo era un nuovo territorio per lei, giovane ingenua: certo non era vergine, ma House era pronto a scommettere la sua intera scorta di Vicodin che lei non aveva mai sperimentato qualcosa di così puro e così edonistico come ciò che era successo durante il viaggio in moto. E aveva intenzione di spingersi ancora oltre: aveva intenzione di portarla in un mondo di Sesso e Piacere, che andava oltre i suoi sogni più selvaggi.

    Lei non stava più giocando con i ragazzini o con qualcuno che poteva comandare con un semplice gesto del dito e con la promessa di un pompino o di una vera scopata. No, House era un uomo maturo e le avrebbe insegnato cose da adulti. Niente più posizione del missionario senza considerazione per il suo piacere di donna. No, Cameron sarebbe venuta e sarebbe venuta stanotte. E lui come lei avrebbe goduto di ogni singolo attimo di quel momento.

    House portò Cameron verso il divano e la pelle di quest’ultimo scricchiolò, quando lei si mise delicatamente in ginocchio su di esso: dopo l’intensità di quell’orgasmo lei odiò non avere i muscoli della parte inferiore del corpo sotto controllo, mentre il tremore era ancora molto vivido all’interno di essi. Alzò lo sguardo su House, preparandosi con aspettativa per il rude attacco fisico, che sarebbe immediatamente seguito, ma rimase sorpresa quando lui le lisciò gentilmente i capelli, appiattiti dal casco, studiandone ogni ciocca, mentre se li faceva scorrere tra le dita.

    House poi abbandonò il fianco di Cameron e silenziosamente si mosse all’interno della stanza, togliendosi la giacca di pelle e scomparendo in cucina. Secondi dopo ritornò con una bottiglia d’acqua e gliela offrì. “Gra…Grazie” - mormorò Cameron, accettando l’acqua, completamente presa alla sprovvista dalla sua ospitalità e dalla sua gentilezza – “Io…Io pensavo…”

    Sorrise compiaciuto, piegandosi in avanti e sollevando il mento di Cameron, per far sì che si potessero guardare negli occhi – “Quello era solo l’inizio, credimi: concluderemo e io ti scombussolerò da cima a fondo, ma ora hai bisogno di riprenderti. Fidati di me, abbiamo tutta la notte” - le disse, prendendo posto al suo fianco. Lei si avvicinò a lui, accucciandosi perfettamente sotto il suo braccio esteso e poggiandogli la testa sul petto.

    Rimasero in quel modo per alcuni minuti, il tempo necessario affinché Cameron finisse il drink e si schiarisse le idee. Il bisogno iniziò a crescere in lei ancora una volta ed il calore emanato dal corpo di House iniziò a farla agire seguendo l’istinto: cambiò posizione, procedendo a divaricare le gambe di House, ma poggiandogli la maggior parte del proprio peso sulla gamba sinistra.

    House inarcò un sopracciglio, chiedendole mutualmente cosa avesse intenzione di fare – “Sei sicura di essere pronta?” – le chiese, volendo ancora dare a Cameron la possibilità di scegliere e pregando nel frattempo un Dio, in cui non aveva mai creduto, che lei non cambiasse idea.

    “Uh uh” annuì lei, strusciandosi contro la sua erezione, solida come una roccia, cercando di nascondere la propria insicurezza ed il proprio nervosismo: non riusciva a credere di trovarsi lì con lui e che lui volesse lei. Non era mai stato così in tutta la sua vita: il bisogno, la fame, tutto il potere consumatore che House le aveva riversato addosso. Dopo quella performance sulla moto, da far tremare la Terra, Cameron capì che sarebbe stata schiava dei suoi desideri per l’eternità.

    House avvicinò il volto di Cameron al proprio, decidendo l’approccio che doveva avere con lei: le avrebbe fatto dimenticare qualsiasi uomo che l’avesse MAI toccata prima; tutti i Chase del mondo, i ragazzini inesperti, gli idioti ubriachi del college e soprattutto il bastardo che si era preso la sua verginità. “Cameron” - sospirò tra i vari baci leggeri come una piuma, che le diede – “Quando è stata l’ultima volta che ti hanno scopata per bene?”

    Cameron gemette, quasi venendo sul posto semplicemente a quelle parole. House la baciò appassionatamente, lottando contro la lingua di lei con la propria, mentre con le mani vagava sul suo corpo, massaggiandole le caviglie e poi le cosce, arrivando pian piano, centimetro dopo centimetro al luogo che lei desiderava di più.

    Le mani di House raggiunsero il frammento di tessuto che giaceva in mezzo alle gambe di lei ed esso sembrò sciogliersi nelle sue mani: dopodiché le sganciò le giarrettiere di seta e le lanciò verso il pianoforte a coda nell’angolo. Cameron rabbrividì quando l’aria fredda le colpì l’umidità della femminilità e soffrì letteralmente, affinché lui la toccasse da qualsiasi parte, per assicurarle quel sorprendente rilascio che, lei sapeva, solo lui poteva darle.

    Le labbra di House continuarono il loro assalto, mentre lui con le dita trovò una nuova meta a cui rivolgere attenzione. Il materiale del vestito di Cameron era una peccatrice e delicata miscela di rayon e satin, i quali stavano creando un tessuto malleabile, che stava seducendo ancora di più House. Egli ruppe il contatto con le labbra di Cameron ed entrò dentro la sua femminilità con 2 dita che, dopo averle bagnate della sua essenza, li fece scorrere sui suoi capezzoli rivestiti. Muovendo le dita attorno ai suoi sensibili capezzoli House fu grato di vedere che lei aveva deciso di non indossare il reggiseno: infatti le sue piccole punte si indurirono alla frizione del satin inumidito. E quella sensazione continuò anche dopo che House rimosse le mani: infatti il semplice atto del respirare le mandò ondate di piacere direttamente al centro della femminilità.

    “Quanti uomini Cameron?” chiese House, prima di far discendere la bocca sul capezzolo dolorosamente eretto di lei e di graffiarle il minuto bocciolo con i denti.

    Cameron urlò, mentre la mente le andava in tilt: cazzo, era troppo bello…Niente importava al mondo se non l’uomo, che aveva di fronte – “Io…Io” – mormorò lei incoerentemente, incapace di rispondere alla sua domanda.

    “Quanti uomini Cameron?” le chiese nuovamente House, prima di penetrarla con 2 dita e strofinarle il pollice contro il clitoride rigonfio. Cameron si mosse selvaggiamente sotto di lui: era così vicina, che lui poté sentirlo, mentre lei gli si muoveva contro la mano.

    “House ti prego” lo implorò lei. Il suo corpo era così ubriaco di piacere, che agognava il rilascio di propria volontà; era così vicina e le mani di lui, oh Dio, quelle mani erano fantastiche, mentre lavoravano in modo magnifico sia fuori che dentro il suo corpo.

    House levò il vestito dalla testa di Cameron con uno strattone, lasciandola completamente nuda e con solo addosso le scarpe Chanel, le quali erano in assurdo contrasto con lui, che era ancora tutto vestito. Allison era una visione vista nella sua nudità: era così perfettamente proporzionata e attraente…Probabilmente lei non sapeva nemmeno quanto fosse sexy – “Voglio che tu venga adesso Cameron” – le ordinò lui, immergendo un altro dito dentro di lei, facendole adattare il corpo alla presenza di un altro dito e riempiendola completamente, prima di utilizzare la sua essenza come lubrificante, per accarezzarle il clitoride con movenze circolari.

    “Oh Dio!” gemette lei, mentre l’orgasmo cresceva come una febbre eccitante. House si mosse in lei senza un attimo di sosta con le dita, godendosi il calore e l’umidità di lei, prima di gettarsi sul suo capezzolo, lasciandole un marchio e poi leccandoglielo con la lingua.

    Cameron si mosse selvaggiamente contro la mano di House ed il corpo le andò in un milione di pezzi, mentre l’orgasmo la travolgeva – “OH CAZZO, HOUSE!” – urlò lei, incapace di trattenersi.

    Mentre Cameron ritornava sulla terra dopo l’effetto di quella droga naturale, House si liberò velocemente dei jeans e della maglietta: dopodiché la sollevò, posizionandosi con il pene alla sua entrata lubrificata e poi penetrandola solo con il glande, prima di uscire fuori da lei. Cameron urlò, disperata di poter rinnovare quel contatto, e mosse automaticamente i fianchi in modo circolare sotto di lui, mentre le si flettevano i muscoli vaginali - “Ti prego!” – lo supplicò.

    House premette il pene contro la sua umidità, prima di strofinare la testa contro il suo clitoride rigonfio – “Quanti uomini Cameron?” – le chiese ancora una volta, sapendo che adesso avrebbe ottenuto una risposta.

    “Nessuno!” – urlò lei – “Solo te, solo te”. Cameron era un groviglio di muscoli tremanti: niente importava eccetto il bisogno di lui di essere dentro di lei.

    House si spinse verso l’alto, penetrandola e riempiendola completamente – “Cazzo!” – ruggì: lei era così stretta. Cameron venne nuovamente dopo che House si mosse dentro di lei per 3 volte e lui combatté contro il bisogno di arrivare insieme a lei, anche se il corpo di lei lo stava persuadendo a fare proprio quello che lui non voleva.

    Avvertendo l’inutilità della battaglia, che stava combattendo, House immerse l’indice ed il pollice tra le labbra di lei, intrappolandole il clitoride tra le dita e stringendoglielo, per farle raggiungere un ultimo orgasmo, mentre si riversava dentro di lei, per poi uscire stremato dal più potente orgasmo che avesse provato in anni.

    Cameron si piegò in avanti, mentre tutti i muscoli le diventavano di gelatina, rendendola dubbiosa riguardo quale giorno, mese o stagione fosse e si lamentò quando House si divise da lei, per metterla gentilmente di fianco. Lui si alzò dal divano, afferrando, tremante, il bastone, e poi scomparve in corridoio: ritornò momenti dopo con una coperta e la seguì nuovamente sul divano.

    House si allungò all’indietro, trascinando con sé Cameron: il corpo di lei si accucciò contro quello di lui, mettendogli una gamba su quella non danneggiata, lui avvolse i loro corpi nella coperta ed avvicinò ancora di più a sé il corpo di Cameron, fino a che la sommità del capo di lei non si trovò sotto il suo mento.

    Con un senso di appagamento raggiunto, House ripensò agli eventi della serata e ai sentimenti, che erano arrivati fino in superficie senza alcuna sorpresa da parte sua. Cameron si trovava esattamente dove doveva essere e nessuno l’avrebbe portata via di lì. House sorrise, nel far scorrere le dita tra i capelli di Cameron, e mentre lei iniziava a cadere in un sonno sessualmente soddisfatto, mormorò – “Tu sei mia”



    La versione originale in inglese la potete trovare QUI (PARTE I) e QUI (PARTE II)

    Edited by House&Cameronthebest - 15/6/2008, 04:08
     
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