W Las Vegas [NC17]

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  1. Aleki77
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    1 – Inviti e invidie

    Cuddy “House! Fermati! Devo parlarti!”

    Nonostante fosse zoppo e la camminata non fosse decisamente sciolta, House scivolava agilmente tra la folla della lobby del PPTH. Riuscì a infilarsi nell’ascensore, ma la Cuddy prontamente vi entrò anche lei.

    Cuddy “House, piantala di fare il bambino, devo parlarti.”

    House “No Lisa! Ti prego basta, sono un povero zoppo, non puoi pretendere che anche oggi ti soddisfi sessualmente, mi devo ancora riprendere dalle quattro volte di ieri!”

    I dipendenti dell’ospedale, sapendo chi avevano davanti, si limitarono a un sorrisino, mentre i pazienti erano allibiti.

    Cuddy “House, piantala! Devi andare ad una Convention.”

    House “Scordatelo! Non ho nessuna intenzione di andarci.” – Al DIN dell’ascensore House era scattato verso l’uscita e cercava di guadagnare terreno.

    Cuddy “E’ a Las Vegas!”

    House si fermò di scatto e guardò la direttrice. – “Dov’è l’imbroglio?”

    Cuddy “Nessun imbroglio. Suite prenotata all’Excalibur e convention al MGM, che è di fronte. Arrivi giovedì pomeriggio, la Convention occupa tutto venerdì e sabato, domenica, nel primo pomeriggio hai l’aereo per il ritorno.”

    House “Ripeto dov’è la fregatura?”

    Cuddy “Devi solo parlare, presenti un caso a tua scelta, uno di quelli che ti hanno fatto impazzire e il gioco è fatto.”

    House “Non devo fare altro?”

    Cuddy “No, nient’altro.”

    House “Poi posso giocare e bere senza che nessuno mi dica nulla?”

    Cuddy “Quando sei fuori dalla Convention si!”

    House “Posso parlare di Ester e del moccioso?”

    Cuddy “Se ritieni che sia uno dei tuoi casi più interessanti, hai la mia benedizione.”

    House “Continuo a credere che ci sia la fregatura, ma accetto.”

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    Green “Dottoressa Cameron ha un momento?”

    Allison si voltò verso il suo capo dipartimento mentre si levava i guanti. – “Certamente dotto Green, ho solo bisogno di un momento per lavarmi le mani.”

    Mentre era al lavello il dottor Green le si avvicinò. – “So che il suo articolo sta per essere pubblicato. Ha fatto un ottimo lavoro con il suo studio.”

    Cameron “La ringrazio infinitamente, lavorare al pronto soccorso era proprio quello che mi serviva per terminare le mie ricerche. Inoltre sto accumulando un’esperienza e una manualità che non mi appartenevano.”

    Green “Lavorare qui non è come quando stava nel team di diagnostica, forse stando da noi si è sentita sminuita.”

    Cameron “Tutt’altro. Per quanto stimolante fosse lavorare per il dottor House, qui ho trovato degli stimoli che prima non avevo.”

    Green “Molto bene, perché le volevo proporre una Convention. So che è un po’ tardi, ma la Convention di Las Vegas farebbe proprio al caso suo, esporrebbe i risultati, farebbe delle conoscenze importanti per la sua carriera e potrebbe confrontarsi con medici di grosso calibro.”

    Gli occhi di Cameron si illuminarono. – “Ne sarei davvero molto felice. Quando dovrei partire?”

    Green “La Convention si tiene al MGM, inizia venerdì e termina sabato in serata. Lei dovrebbe partire giovedì e tornare per domenica in serata. Avrebbe anche tempo per riposarsi prima del suo turno di lunedì mattina.”

    Cameron “Molto bene, accetto.” – E gli tese la mano, che il dottor Green strinse prontamente.

    Green “Non so House, ma noi ci abbiamo guadagnato ad averla tra noi.”

    Cameron “La ringrazio.”

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    Wilson “Ciao, ho saputo che vai a una Convention. Com’è riuscita a convincerti?”

    House “La Convention è a Las Vegas.”

    Wilson “Capisco, è per il gioco d’azzardo, per le donne nude e per l’alcol nei locali pubblici.”

    House “Vedo che mi hai capito perfettamente! Tu non vieni?”

    Wilson “No! Mi manda il mese prossimo a New York per quello sui linfomi.”

    House “Pensavo che ormai ne sapessi più di tanti altri.”

    Wilson “Forse è per questo che mi hanno chiesto di fare l’oratore.”

    House “Secondo me è che non hanno trovato nessun altro che accettava!”

    Wilson “Elargisci sempre a piene mani i complimenti.”

    House “Certo! Se no che amico sarei? Andiamo a mangiare?”

    Wilson “Andiamo!”

    House “Offri tu!”

    Wilson “Ogni tanto non ti farebbe male spendere qualche dollaro.”

    House “Adesso sono in versione risparmio.”

    Wilson “Che ti devi compare?”

    House “La Wii!”

    Wilson “Che?”

    House “Una meravigliosa consolle, fai praticamente sport per giocarci. Così anche uno zoppo come me potrà tornare a giocare a tennis.”

    Wilson “Quando mai hai giocato a tennis?”

    House “Mai! Ma quando ho avuto voglia di farlo, mi mancava un quadricipite e così, prima ancora di prendere in mano una racchetta ho dovuto abbandonare.”

    Wilson “E io che pensavo che tu fossi pigro per fare qualsiasi cosa.”

    House “A parte il sesso ovviamente.”

    Wilson “Ovviamente!”

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    Chase “Allora che mi dovevi dire? Sembri così eccitata!”

    Cameron “Green mi ha chiesto di andare alla convention di Las Vegas!”

    Chase bloccò la forchetta a mezz’aria. – “Perché a te si e me no?”

    Cameron “Penso che sia una decisione dei capi dipartimento.”

    Chase “Con quale scusa ti manda?”

    Cameron “Per il mio studio.”

    Chase “Perché non hanno preso in considerazione il mio di studio?”

    Cameron “Non lo so Robert, non ho certamente il dono di sapere che cosa passa dentro la testa del tuo capo.”

    Chase “Ma perché tu? Perché proprio il tuo studio. Non hai raggiunto nemmeno delle conclusioni così chiare.”

    Allison si innervosì. – “Ho ottenuto un P-value di 0,03, quanto basta per dire che non è frutto del caso.”

    Chase “Io ho ottenuto un P-value dello 0,001, questo è il numero magico.”

    Cameron “Lo hai ottenuto ampliando i range e non avevi un campione molto ampio.”

    Chase “Non lo era nemmeno il tuo.”

    Cameron “La percentuale delle malattie autoimmuni prese in considerazione … Robert non staremo mica litigando per uno stupido convegno?”

    Chase “No stiamo litigando sulla validità dei nostri studi.”

    Cameron lo fissò a bocca aperta per qualche secondo. – “Non ti facevo così bambino Robert!”

    Erano sul piede di guerra e lo sapevano entrambi.

    Cuddy “Ciao ragazzi, come va?” – Chiese assolutamente ignorando la tensione che c’era tra loro.

    Cameron si riscosse. – “Molto bene grazie.”

    Cuddy “Green mi ha detto che hai accettato la proposta di andare a Las Vegas.”

    Cameron “Si, è stata inaspettata, ma l’ho gradita molto.”

    Cuddy “Molto bene, sapevo che alla fine l’avrebbe proposto a te.”

    Cameron “Come scusa?”

    Cuddy “La settimana scorsa gli ho fatto il tuo nome per questa Convention, ma gli ho comunque data piena autonomia, del resto è un ottimo capo dipartimento.”

    Chase “Vuol dire che l’hai raccomandata tu?”

    Cuddy “Se così vogliamo dire!”

    Cameron “Grazie vedrò di non deluderti.”

    Cuddy “Ne sono certa. Buona giornata ragazzi.”

    Entrambi mormorarono un saluto e tornarono a squadrarsi, Chase sembrava proprio arrabbiato. – “Prima eri la cocca di House ora addirittura della Cuddy! Complimenti ne farai di carriera!”

    Cameron “Robert!”

    Ma Chase se ne andò lasciandola sola e amareggiata.

    House “Che ha il canguro? Pestato una cacca di mucca?”

    Allison si riscosse dai suoi pensieri. – “Ciao House come va?”

    House “Non c’è male, a te invece non sembra una gran giornata. Hei Wilson! Vieni! Sediamoci con la crocerossina.”

    Wilson “Sei sicura che non disturbiamo?”

    Cameron sorrise, aveva giusto bisogno di cambiare argomento. – “Affatto, anzi, mi fa decisamente piacere. Allora House come si comportano i nuovi paperi?”

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    Piccola nota: P-value in poche parole: è una valore che serve per calcolare se i risultati ottenuti dalla studio è frutto del caso o se invece si avvicina alla verità. Solitamente il P-Value accettato è uguale o inferiore a 0,05, il top è ottenere 0,001. Chiusa la parentesi di statistica ed epidemiologia!
     
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  2. Aleki77
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    Dove eravamo rimasti:
    1 - Inviti e inividie: La Cuddy riesce a convincere House a partecipare ad una Convention a Las Vegas e lui accetta per le donne nude, il gioco d'azzardo e la possibilità di bere alcol in locali pubblici.
    Anche a Cameron viene offerta la stessa possibilità dal suo capo, il dottor Green (e non è un caso se l'ho messo a capo del dipartimento d'urgenza, è proprio un omaggio a ER), Chase non la prende bene, perchè voleva andare anche lui e così le attacca il suo studio! Povera Cam!

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    2 – Gate, aerei e castelli

    Era già giovedì mattina, Allison aveva terminato di preparare i suoi bagagli la sera precedente e ora cercava di fare una doccia rilassante prima di andare all’aeroporto, i giorni precedenti erano stati decisamente faticosi, un po’ per la necessità di preparare diapositive e discorso per la Convention e un po’, forse la parte più gravosa, per le insistenze di Chase che la voleva collusa con la Cuddy e con Green, addirittura, un paio di volte aveva fatto il nome di House e lei era diventata livida di rabbia. Un lungo week end lontani avrebbe fatto certamente bene ad entrambi.

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    House frugava nel suo armadio per decidere cosa mettere in valigia.
    La fregatura alla fine l’aveva trovata: la cena di gala di sabato sera al Bellagio. La Cuddy era stata categorica, o ci andava o gli unici pazienti che avesse visto fino alla fine della sua carriera sarebbero stati mocciosi dal naso che colava, ma lui ancora non aveva perso le speranze, prima di venerdì avrebbe trovato una scusa accettabile per la Cuddy per non andare a quella maledetta cena.
    Afferrò il vestito delle grandi occasioni, lo fissò con odio, ma poi lo infilò nella valigia con rabbia.

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    Cameron lasciò un post it a Robert per salutarlo, sapeva che aveva fatto di tutto per non esserci alla sua partenza, ma forse era meglio così, cominciava a stancarsi delle sue recriminazioni.
    Un taxi la attendeva in strada, sarebbe arrivata in aeroporto giusto un’ora e quindici minuti prima della partenza del suo volo. Controllò di aver messo il suo ipod nella tasca della giacca e salì in taxi, mentre l’autista infilava la sua valigia e il bagaglio a mano nel bagagliaio.

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    House era in ritardo, la sua fortuna volle che un taxi passasse davanti a lui proprio in quel momento e la fortuna ancora più grande che fosse disponibile.
    Riuscì a fermarlo facendo dei gesti disperati. Salì in auto portandosi appresso la sua valigia, che era poco più grande di un bagaglio a mano, forse sarebbe riuscito a non farlo stivare. Appena presero la direzione dell’aeroporto, House si infilò gli auricolari e si lasciò cullare dai Guns ‘n roses.

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    Cameron era in aeroporto e si stava guardando attorno per cercare il suo gate, quando venne praticamente travolta. Un profumo conosciuto colpì le sue narici e poi notò un bastone con le fiamme. – “House!”

    House stava cercando di capire come poteva essere finito addosso a qualcuno, quando un profumo di donna, donna conosciuta, lo riscosse dai suoi pensieri. – “Cameron!”

    Cameron “Che ci fai qui?”

    House “Prendo l’aereo ovviamente! Ma dove cavolo è il gate 18?” – Mentre girava la testa a destra e a sinistra.

    Cameron “Anche tu?”

    House “Come anche tu?”

    Cameron “Volo Princeton – Las Vegas delle 2.05 pm, gate 18.”

    House “Non mi dire che la Cuddy ha incastrato pure te per venire a questo maledetto congresso.”

    Cameron “Be si.”

    House “Non verrai mica per sorvegliarmi?” – Chiese sospettoso.

    Cameron “NO! Non sapevo nemmeno che ci venissi pure tu. Espongo un mio studio.”

    House sorrise. – “Molto bene collega, andiamo a questo detestabile Convention e vediamo di divertirci!”

    Cameron “House, il gate 18 è di qua.” – Disse mente lo tirava a sinistra per la giacca. Si sorprese di se stessa per averlo afferrato per una manica, ma cercò di non far capire a lui quanto la cosa l’avesse scossa, seppure per pochi istanti.

    House “Ok, andiamo.”

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    Salirono in aereo, Cuddy non aveva badato a spese, prima classe per entrambi. Si sedettero vicini e House cominciò a raccontargli gli ultimi gossip dell’ospedale, non era mica amico di Wilson per niente!

    House “Non è che tu volevi dormire, vero?”

    Cameron “No House, non volevo dormire, e oggi sei perfino rilassante, continua così e diventeremo grandi amici.”

    House “Pensavo che lo fossimo già.”

    Cameron “Mmmm, no! Però possiamo diventarlo.”

    Gli occhi di House brillarono. – “Potresti pentirtene, Jimmy si pente a giorni alterni, penso che questa Convention sia per lui una manna dal cielo. Avrà un week end molto rilassante, so che porterà fuori una nuova infermiera.”

    Cameron gli sorrise. – “Ho lavorato per te per oltre tre anni, so cosa aspettarmi da te.”

    House “Molto bene. Amici!”

    Cameron “Amici.”

    House “Tu che sei mia amica, non è che hai una scusa ottimale da rifilare alla Cuddy per non farmi andare alla cena di gala di sabato sera.”

    Lei sbuffò. – “Mmmm, no, penso di no, e poi non vorrai farmi andare da sola vero?”

    House “Metterai il vestito rosso?”

    Cameron “No, ne ho uno nuovo bianco.”

    House “Ha delle trasparenze.”

    Cameron “Per saperlo dovrai venire alla cena di sabato.” – Disse maliziosa.

    House “Non è che hai preso ripetizioni dalla Cuddy negli ultimi mesi?”

    Cameron “A dir la verità da quando sono al pronto soccorso la Cuddy la vedo molto raramente rispetto a quando lavoravo per te.”

    House “Si sa che io ho fascino.”

    Cameron “Io invece penso che sia perché non adempi ai tuoi doveri contrattuali.”

    House “Ok che abbiamo detto amici! Ma non esagerare o mi metto a parlare male del canguro.”

    Cameron “Va bene, di cosa devi parlare alla Convention?”

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    Cameron “Ecco il nostro hotel, sembra il castello delle favole.”

    House “So per certo che l’hanno copiato quello che c’è in Baviera.”

    Cameron “Immagino che loro preferiscano trarre ispirazione.”

    House “Ciò non toglie che sia una copia.”

    Cameron “Come tutta Las Vegas. Entriamo?”

    La reception era immensa, un tappeto rosso e delle armature medioevali li accolsero. Già da lì era udibile il rumore delle slot machine.

    House “Molto chic!”

    Cameron sorrise e si avvicinò al bancone, nessuno sembrò curarsi di loro. House iniziò a diventare insofferente e con una velocità sorprendente suonò il campanello.

    Il ding attirò l’attenzione di un giovane concierge. – “Desiderate?”

    Cameron “Dovrebbero esserci due prenotazioni da parte del PPTH a nome dottoressa Cameron e dottor House.”

    Il ragazzo digitò velocemente sul computer e la sua espressione non fu molto felice.

    Cameron lo notò. – “Problemi?”

    Concierge – “Ecco, la prenotazione di una suite c’è, ma è una sola.”

    Cameron “Ci deve essere un errore.”

    Concierge – “E’ quello che penso io, contatto il direttore.” – Il ragazzo si allontanò.

    Cameron “House hai sentito?”

    House era così preso a giocare con la PSP che non aveva seguito una parola.

    Cameron “House!”

    House “Cosa?”

    Cameron “Hanno una sola camera.”

    House “Bene!”

    Cameron “Come bene?”

    House “Ho sempre sognato di dormire con te!” – Disse facendole l’occhiolino.

    Cameron cercò disperatamente di non mostrare il rossore che le si stava diffondendo in volto.

    Direttore “Ho saputo del problema. Purtroppo non abbiamo più suite a disposizione, ma vi propongo uno dei nostri appartamenti, la differenza ovviamente sarà a nostro carico.”

    Cameron “In cosa consistono gli appartamenti?”

    Direttore “Sono come due suite unite, solo che hanno il soggiorno in comune.”

    House “Va bene la prendiamo!”

    Cameron “House!”

    House “Avanti! Siamo amici, possiamo anche dormire nello stesso appartamento senza saltarci addosso.”

    Cameron “Va bene, accettiamo.” – Gli rispose mestamente.

    Direttore “Molto bene, vi mandiamo un cesto di prelibatezze per l’inconveniente, il vostro appartamento è il 15477. Ragazzo!” – Disse chiamando un fattorino. – “I bagagli dei signori. E scusate ancora per il problema.”

    Cameron “Grazie. Arrivederci.”

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    Questa fanfiction è un mare di citazioni... alcune non potete conoscerle... perchè vengono direttamente dalla mia vita personale, altre invece vengono da film e telefilm famosi... giusto per tenere alto il livello.
    Probabilmente vi accorgerete che i personaggi, soprattutto House, sconfineranno nell'OOC, ma per far accadere certe cose devo forzare un pò la mano.


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    Preview: Rosa confetto
     
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  3. Aleki77
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    Dove eravamo rimasti:
    2 - Gate, aerei e castelli: House e Cameron si incontrano in aeroporto e scoprono che stanno andando alle stessa Convention. Durante il volo decidono di essere amici, del resto prima erano capo e assistente! Una volta arrivati all'Exaclibur (io ci sono stata... e qui entra in gioco la mia vita personale) come spesso accade per i nostri eroi c'è un errore di prenotazione (Grande Demone Celeste!) così si devono "accontentare" di dividere un appartamento.

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    3 – Rosa confetto

    Per arrivare all’ascensore attraversarono una piccola parte del casinò e il frastuono delle slot machine e dei tavoli da gioco era quasi insopportabile.

    Il loro appartamento era veramente fantastico. Cameron dette la mancia al ragazzo, che uscì scuotendo la testa, la cavalleria era morta.

    Cameron “E’ fantastica, non c’è niente da dire. Che vista abbiamo?”

    House “Sul boulevard principale, immagino sia carino visto di sera.”

    Cameron guardò fuori anche lei, la vista era incantevole. – “Allora, destra o sinistra?”

    House “Vuoi cominciare subito con i giochini sessuali?”

    Cameron “Per quelli c’è tempo.” – Disse ridendo. – “Prima voglio una doccia e per farla prima scegliamo le camere.”

    House “Prendi quella che preferisci, non ho problemi.”

    Cameron aprì le porte scorrevoli di destra e vide una stanza arredata con un tenue e delicato verde, poi aprì quella di sinistra e la vide rosa. Un lampo di malizia le passò negli occhi. – “Prenderò quella di destra.”

    House “Ok, va bene, quella di sinistra allora è mia!”


    House andò alla sua camera e rimase per dieci secondi buoni a fissare tutto quel rosa. Ne uscì ed entrò senza bussare nella camera di Cameron. – “Bello scherzo! Dentro a tutto quel rosa confetto io non ci metto piede!”

    Cameron scoppiò a ridere! – “L’hai detto tu che potevo scegliere quella che preferivo.”

    House “Ho cambiato idea, preferisco questa color sala operatoria.”

    Cameron “E tu cosa mi dai in cambio?”

    House “Vuoi giocare?”

    Cameron “Perché no?”

    House “Che cosa vuoi?”

    Cameron “Che mi offri la cena di sta sera e naturalmente che tu mi faccia compagnia.”

    House “Mi devo mettere in tiro?”

    Cameron “Assolutamente no! Così vai più che bene.”

    House “Andata! Adesso smamma da qua dentro e prendi possesso del tuo confettino.”

    Lei uscì ancora con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.

    House “Non prendere l’abitudine di fregarmi.”

    Cameron “Me l’hai servita su un piatto d’argento, non potevo non coglierla, non sarei stata una buona allieva.”

    House “Vedo ragazzina che stai imparando!”

    Cameron “Ci provo!”

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    Cameron “Allora possiamo andare a cena?”

    House distolse lo sguardo dal mega schermo al plasma sul quale stava guardando General Hospital e rimase a fissare la collega come se fosse un pesce all’amo. Ci impiegò una manciata di secondi per riprendersi, lei indossava una longuette nera che metteva in risalto le sue curve e una camicetta di raso rosso.

    House “Avevi detto che non dovevo mettermi in tiro.”

    Cameron “Infatti non è necessario, pensavo di andare a mangiare nel ristorante dell’Hotel, ma forse preferisci andare al Venice?”

    House “No, qui va bene, quel posto con le gondole mi fa venire i brividi.”

    Cameron “Immagino che tu non sia nemmeno adatto per Paris?”

    House “A dir la verità preferisco le montagne russe di New York New York, come fa Grissom di CSI.”

    Cameron “Se vuoi mi cambio e andiamo sulle montagne russe. Non è un problema.”

    House “Quanto ci impieghi?”

    Cameron “Tre minuti.”

    House “Non è che poi urli e mi stritoli la mano?”

    Cameron “Urlerò di sicuro, ma mi sono sempre piaciute le montagne russe e queste, da quello che ho potuto vedere, non hanno nemmeno un giro della morte.”

    House “Cambiati! Mi hai fatto venire voglia di farmi abbracciare da una bella ragazza!”

    Lei si mise a ridere e rientrò nella sua stanza. Ne uscì meno di tre minuti dopo con jeans scoloriti, una maglietta nera aderente, scarpe da ginnastica e i capelli legati in un’alta coda.

    Cameron “Va bene la tenuta da montagne russe?”

    House la squadrò, le fece cenno di girare su se stessa. Lei obbedì. Si guardarono negli occhi e si sorrisero.

    House “Così vai bene! Andiamo ragazzina.”

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    Nonostante la folla, riuscirono a farsi ben cinque giri sulle montagne russe. Scesero che stavano ancora ridendo. Passando davanti a una bancarella posizionato sulla riproduzione del ponte di Brooklyn notarono lo zucchero filato.

    House “Ci roviniamo la cena se lo prendiamo?”

    Cameron “Con la fame che ho adesso, nemmeno se ne mangio dieci.”

    Per una volta tanto fu lui a pagare e le offrì lo zucchero filato. Mentre tornavano verso l’albergo per cenare chiacchieravano tranquillamente ignorando gli sguardi della gente.

    House “Che vuoi mangiare? Alla tavola rotonda: stinco di maiale!”

    Cameron “Qualcosa di meno pesante. Visto che siamo vestiti così casual, che ne dici del self service?”

    House “Mangi tutto quello che vuoi con 6$ e 95 più tasse?”

    Cameron “Proprio quello!”

    House “Aggiudicato! Adoro Las Vegas.”

    Cameron “Chissà perché, ma non avevo dubbi.”

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    Rientrarono in camera ridendo, la serata era stata proprio divertente.

    House “Sei sicura di non voler giocare, giù al casinò?”

    Cameron “No ti ringrazio, voglio dare un’occhiata al mio discorso e cronometrare i miei tempi, ho solo dodici minuti.”

    House “Con le belle ragazze di solito concedono un paio di minuti in più.”

    Cameron “In ogni modo voglio essere veloce, so che sono rigorosi.”

    House “Vado giù a giocare, se tra un paio di ore non mi vedi tornare, non mi venire a cercare! Sarò con una bella cameriera!”

    Cameron “Ok! Divertiti e torna vincente!”

    House “Se vuoi fare la figa e citare le opere liriche, dì torna vincitor! Viene dall’Aida di Giuseppe Verdi. Io ti avrei risposto Vincerò! Dalla Turandot di Giacomo Puccini.”

    Cameron “Ogni giorno che passa mi stupisco della tua cultura musicale!”

    House “E della mia cultura medica? Fai la brava bambina e non aprire agli sconosciuti.”

    Lei scoppiò a ridere. – “Ciao House! Divertiti.”

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    Era già da un’ora che ripassava il suo discorso quando il suo cellulare squillò. Senza nemmeno leggere il chiamante rispose.

    Cameron “Pronto?”

    Chase “Ciao. Sistemata?”

    Cameron “Si, qui è tutto fantastico.”

    Chase “Ti starai annoiando da sola.”

    Cameron “Oh no affatto, c’è anche House.” – Si morsicò la lingua nello stesso istante in cui lo disse.

    Chase “House è lì?”

    Cameron “Si alla Convention c’è anche lui.”

    Chase “E ora dov’è?”

    Cameron “A giocare d’azzardo presumo.”

    Chase “E tu no?”

    Cameron “Io sto ripassando il mio discorso.”

    Chase “Come mai è lì? Pensavo che detestasse questo genere di cose.”

    Cameron “La Cuddy gli ha dato carta bianca sul suo comportamento fuori Convention.”

    Chase “Però ha pensato bene di mandare te a controllarlo.”

    Cameron “Di che stai parlando?”

    Chase “Ora ho finalmente capito perché la Cuddy ha mandato te! Perché tu tenga sotto controllo House che non faccia sciocchezze.”

    Cameron “Robert! Smettila! Sono qui per i miei meriti e non per fare la balia ad House. La Cuddy non mi aveva detto nulla, nemmeno House lo sapeva, ci siamo trovati all’imbarco.”

    Chase “Per me invece sei lì perché l’unica in gradi di fargli fare quello vuole, chissà poi come farai?”

    Cameron “Robert! Mi stai offendendo! House può fare quello che vuole è grande, adulto e vaccinato. Fine del discorso.”

    Chase “Certo, ma con te vicino sarà almeno civile.”

    Cameron “Robert, sono stanca, penso che sia l’orario che ti fa dire queste cattiverie nei miei confronti. Ora non ho voglia di sentirle. Chiama domani, solo se l’argomento è diverso. Ciao.”

    Chase “Ciao.”

    Allison chiuse di scatto il telefono, quei cinque minuti erano stati i più pesanti della giornata. Voleva scagliare qualsiasi cosa contro il muro. Afferrò un grosso tomo e lo lanciò verso la porta d’ingresso proprio quando stava rientrando House.

    Lui ebbe i riflessi abbastanza pronti per schivare un missile da 1000 pagine in carta satinata e cartone che gli stava andando in contro.

    House “Hei!”

    Lei era nervosa e arrabbia.

    House “Hai le tue cose?”

    Le si alzò e andò nella sua camera sbattendo le porte. House raccolse il tomo e lo rimise sul divanetto, vicino al lap top di Cameron. Prese in mano il cellulare e controllò le ultime chiamate e capì.

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    Senza molti scrupoli aprì la porta della camera di Allison ed entrò. Lei era stesa sul letto, le spalle scosse da un leggero singhiozzo.

    House “Hei ragazzina! Ho vinto 300$, domani sera li andiamo a sperperare al Paris.”

    Cameron “Avevi detto che non ti piace.” – Disse sommessamente con ancora il viso sepolto nel cuscino.

    House “Posso cambiare idea, e poi mi hanno dato un buono da 30$ da spendere in uno dei ristoranti del Paris.

    Cameron ridacchiò e girò il viso verso di lui. –“Mi spiace per il libro, non volevo tirartelo addosso è a che avevo bisogno di lanciare qualcosa.”

    House “A me spiace di più per il tuo libro di Immunologia del dottor Clark! Si è smussato un paio di angoli. Lancia il cellulare la prossima volta, è meglio: costa meno e se me lo tiri addosso ho maggiori probabilità di sopravvivere.”

    Cameron “Grazie.”

    House “Di cosa?”

    Cameron “Di avermi fatto ridere!”

    House “Dopo tre anni dovresti sapere che sono il giullare di corte del PPTH!”

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    Preview: Convention, tenie e orgoglio
     
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    Dove eravamo rimasti:
    3 - Rosa confetto: House e Cameron decidono in quale camera dormire, Cameron lo gioca, così ad House tocca la camera rosa confetto, lui pur di non starci, accetta di offrirle la cena e di farle compagnia. I nostri eroi tornano in camera, lei si metta a studiare e lui va a giocare al casinò. House rientra in stanza e sta per essere colpito dal tomo di immunologia del dottor Clark (omaggio a superman), Cameron è furibonda perchè Chase continua a fare insinuazioni sulla sua presenza a Las Vegas. House, con la promessa di portarla al Paris, riesce a rasserenarla un pò.

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    4 – Convention, tenie e orgoglio.

    Era suonata dannatamente presto la sveglia per House e sentiva Cameron muoversi nel soggiorno almeno da una decina di minuti, mentre lui era ancora in stato comatoso.
    Si costrinse ad alzare la testa dal cuscino, allungare la mano verso il Vicodin e ingurgitarne un paio. Andò a fare la doccia, cercando di svegliarsi del tutto.

    -----------

    Cameron era sveglia già da due ore, continuava a rileggere il discorso che si era preparata, matita alla mano e cercava di fare delle correzioni, ma dopo ogni lettura era sempre più svilita, non ce l’avrebbe mai fatta!
    Cominciò a disperarsi, il suo brillante studio sulla correlazione del tempo di guarigione post trauma allungato dalle malattie autoimmuni improvvisamente faceva acqua da tutte le parti. Ogni cosa che aveva scritto sembrava puerile e poco fondato.

    House aprì la porta ed entrò in salotto, mugugnò. – “Buon giorno!”

    Vide Cameron con le occhiaie e con il viso crucciato.

    Cameron “Buon giorno!” – Tornando subito ai suoi appunti.

    House “Colazione in camera?”

    Cameron “Uh? Ah si, decisamente meglio.”

    House “Ma non sei ancora pronta?”

    Cameron “Che ore sono?”

    House “Le 7 e 40.”

    Cameron “E’ tardissimo! Vado a fare la doccia! Ci metto 5 minuti, intanto ordina.”

    House “Che mangi?”

    Cameron “Qualsiasi cosa!” – Poi si voltò verso di lui come colta da ispirazione. – “Pancake!”

    House “Ragazzina!” – Esclamò sorridendo.

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    La colazione arrivò e con essa anche Cameron ristorata dalla doccia. Indossava la longuette della sera precedente e un maglioncino verde smeraldo e i capelli sciolti.

    House “Dovresti tornare castana?”

    Cameron “Troppo da sgualdrina?” – Ricordando la conversazione che avevano avuto mesi prima quando lui finalmente si era accorto che era tornata a lavorare per il PPTH.

    House “Castana sembravi un po’ più bambina, ma era più facile prenderti sul serio, così … non puoi pensare che a una cosa!”

    Cameron “A cosa?” – Falsamente ingenua.

    House “Ti devo fare un disegnino?”

    Lei rise, si era rilassata. – “Non serve, penso di aver capito cosa intendi. Mangiamo?”

    House “Certo.”

    Si sedettero attorno al tavolo e cominciarono a magiare.

    Cameron “Ottimi questi pancake.”

    House “Hai voglia di raccontarmi cos’è successo ieri sera?” – Stranamente gentile.

    Lei lo guardò con gli occhi socchiusi, con diffidenza.
    Mi vuole aiutare o si crede di fronte a uno dei suoi puzzle come sempre? – Penso diffidente Cameron.

    House “Avanti, siamo amici, no?” – Con fare rassicurante.

    Cameron “Ok, Chase non ha preso bene il fatto che io sono qua e lui no e tutto perché ritiene che io sia stata raccomandata dalla Cuddy e che il mio studio sia senza valore.”

    House “A suo tempo anche lui è stato raccomandato.”

    Cameron “Questa parte lui tende a dimenticarla. Mi ha anche detto che secondo lui la Cuddy mi ha mandato qui per controllarti.”

    House “L’ho pensato pure io per un momento!”

    Cameron “Ma quando ti ho detto di no mi hai creduto.”

    House “Non sei capace di mentire.”

    Cameron “Questa parte a lui manca, ma la cosa che mi da più fastidio è che non reputa la mia ricerca un buono studio, quando invece è … bah, non lo so nemmeno io, mi sembrava di aver fatto un buon lavoro e ora non mi sembra poi così buono.”

    House “Fammi vedere che scarabocchiavi sta mattina.”

    -----------

    Il testo era infarcito di termini tecnici e di dati statistici ed epidemiologici. Il volto di House era allibito.

    House “Ti ho insegnato io fare un casino del genere?”

    Cameron “Che intendi dire?” – Chiese sconsolata.

    House “Non c’è niente di te qua dentro, solo dati, non hai trasmesso passione. Ok che vuoi essere inattaccabile, ma la strategia migliore è far trasparire la passione e qui di passione ce n’è davvero poca!”

    Cameron “Si … hai ragione.”

    House “A che ora hai l’esposizione?”

    Cameron “Alle quattro!”

    House “Ottimo, io sono alle tre e mezza, questo pezzo lo riscrivi, mettendoci un po’ di te stessa, se vogliono i numeri si cercano il protocollo di studio e le varie relazioni!”

    Cameron sorrise, ora era molto meno preoccupata.

    ----------

    Mentre gli altri oratori relazionavano, House giocava con la sua PSP e Cameron ricreava il suo discorso. Durante la pausa pranzo ne discussero un po’ e tra battute dette più o meno seriamente Cameron era tornata a sorridere ed era più fiduciosa nelle sua capacità

    Arrivarono le 3 e 20 e House si riscosse dall’eliminazione dei mostri giusto in tempo per l’arrivo della hostess che lo invitò a salire sul palco.

    Cameron “In bocca al lupo.”

    Lui le si avvicinò all’orecchio e le bisbiglio. – “Non hai mangiato troppo a pranzo?”

    Cameron “No perché?” – Mentre cercava di reprimere un brivido di piacere.

    House “Forse qualcuno dei nostri ospiti potrebbe sentirsi male.”

    Cameron “Con la storia di Ester e Ian?”

    House “Ho cambiato soggetto, mi sono anche fatto mandare delle foto artistiche, attenta dove cammini, potrebbe diventare scivoloso.”

    Le fece l’occhiolino e si allontanò verso il palco. Lei era decisamente molto perplessa, che caso aveva deciso di trattare che poteva far star male una platea di medici?

    ------------

    Dottor Hans “Ho l’onore di presentarvi il dottor House, il diagnosta di fama internazionale, che finalmente ha accettato di esporci uno dei suoi casi più intriganti.”

    L’applauso fece quasi tremare la sala conferenze.

    House “Sai Hans, vengo per la prima volta a un convegno che organizzi tu perché è la prima volta che lo fai a Las Vegas! Invece di farla itinerante questa Convention, dovresti stabilirti qui.”

    Il pubblico rise. Li aveva conquistati.

    Dottor Hans “Mia moglie non sarebbe molto d’accordo.” – Gli bisbigliò, dimenticando il microfono acceso.

    La platea rise ancora.

    House “Volevo parlarvi di come io e il mio team un paio di anni fa, abbiamo diagnosticato ben due casi di Erdheim Chester.”

    Il pubblico trattene il fiato.

    House “Ma non volevo tediarvi e ho deciso di cambiare caso.”
    Il pubblico sembrava sconvolto, che cosa poteva superare la diagnosi di ben due casi di Erdheim Chester?


    Cameron sorrideva, quello era stato un caso impegnativo sul serio e avevano vinto giocando d’azzardo, sarebbe stato l’ideale visto il posto in cui si trovano, chissà che aveva scelto.


    House “Vi parlerò invece, di una ragazza affetta da CIPA, e di tutte le peripezie che abbiamo fatto per diagnosticare la sua malattia con assenza di dolore. Uno dei sintomi più evidenti era la carenza di vitamina B12.”


    Cameron sorrise, comprese che voleva dire quando le aveva chiesto se aveva pranzato troppo abbondantemente.
    Gli altri medici pendevano dalle labbra di House, lo avrebbe fatto anche lei se non avesse partecipato alla diagnosi.

    Quando mostrò le foto della tenia alcune signore presenti corsero in bagno.

    House “Dottoressa Cameron!”

    Lei si riscosse dalla contemplazione delle immagini e lo guardò.

    House “Dottoressa Cameron si ricorda la lunghezza della tenia?”

    Cameron “Se non ricordo male 8 metri.” – Balzando in piedi.

    Una hostess era corsa a portarle il microfono.

    House “E il record mondiale?”

    Cameron “Mi pare oltre i 20 metri.”

    House “Grazie dottoressa Cameron. Ah, per chi non la conosce ancora la dottoressa Cameron, ha fatto parte del mio team per oltre 3 anni.” – Disse sorridendo.

    Lei mentalmente lo ringraziò, le aveva dato la credibilità che le mancava.

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    Il discorso di Cameron fu molto meno plateale, ma certamente ascoltato con attenzione da tutti, anche da quelli che non riuscivano a mantenere la concentrazione per più di due minuti consecutivi, come House.

    Un vecchio luminare fece una domanda poco cortese e certamente non attinente al caso. – “Dottoressa Cameron, lei ha detto che ora lavora al pronto soccorso. Il dottor House l’ha per caso licenziata? Ho saputo che ora ha un nuovo team!”

    Cameron si morsicò il labbro inferiore.

    House strinse il bastone e fece per intervenire, ma un’occhiata da parte di Cameron lo fece desistere.

    Cameron “Non so il suo nome onorevole collega.” – Sottolineando così la maleducazione dell’intervenuto. – “Ma la decisione di licenziarmi è stata mia e non perché non mi trovassi bene con il dottor House, anzi, tutt’altro. Mi ci trovavo così bene che non avrei mai imparato a camminare da sola, cosa che invece lui quotidianamente insisteva farci apprendere. Il vecchio team del dottor House, tutto il vecchio team, ha appreso di più in quei tre anni e mezzo che in tutti gli anni di università e specializzazione. Altre domande?”

    House fu sorpreso, la crocerossina aveva imparato a volare da sola, con uno sguardo le fece trapelare per un istante tutto l’orgoglio che provava per lei.

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    Quando lei si risedette accanto a lui, lei gli sfiorò brevemente la mano e i loro occhi si incontrarono ancora una volta. Lei era soddisfatta di lui e lui lo era di lei.
    Che squadra che facevano!

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    Andarono a cena fuori al Paris, tutte le luci e la musica erano incredibili. Cameron si guardava attorno come se fosse finita nel paese delle meraviglie, fortunatamente, almeno per quella sera, il cellulare rimase silenzioso.

    Una volta giunti in camera erano entrambi distrutti, la giornata era stata molto pesante.

    Dopo la doccia Cameron collassò sul suo letto, nel regno della principessa confetto, come lo chiamava House.

    Cameron “Buona notte House!” – Urlò.

    House “Buona notte Principessa Confetto.” – Urlò lui di risposta.

    Pochi istanti dopo erano già nel mondo dei sogni, che chissà perché, aveva proprio l’aspetto di Las Vegas.

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  5. Aleki77
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    Dove eravamo rimasti:
    4 - Convention, tenie e orgoglio: Inizia questa benedetta Covention, House invece di parlare del caso di Ester e di Ian, parla della ragazza affetta da CIPA con una tenia lunga 8 metri. House, presenta Cameron alla Convention, dandole credibilità. Dopo la Convention vanno al Paris e poi ognuno nel suo letto! Buona notte principessa confetto!

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    5 – Gli sprechi

    La mattina seguente, quando House si svegliò era stranamente felice e sotto la doccia si ritrovò a cantare Viva Las Vegas di Elvis.

    Cameron, d’altra parte, canticchiava Somebody to love dei Queen mentre si vestiva. Oggi pantaloni neri e un maglioncino color amaranto, si guardò allo specchio e decise di lasciare sciolti i capelli, voleva essere carina. Ma per chi?

    -----------

    La Convention fu decisamente noiosa, per fortuna House la teneva sveglia facendole osservare i colleghi sotto una luce diversa, quando lui si addormentò, gli sfilò la PSP dalle mani e vi si mise a giocare, non sembrava importare a nessuno cosa gli altri stessero facendo. Poi ad un tratto, lui le si posò su una spalla per stare più comodo.
    Lei per un attimo si immobilizzò, quel contatto inatteso, la stava rendendo dannatamente felice, si sistemò meglio e riprese a giocare con la PSP, appoggiando la testa sulla sua.

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    Tornarono in albero attorno alle sei, la giornata era stata lunga e improduttiva, ma Cameron si sentiva bene, felice come non le succedeva da tempo.

    Cameron “Questa sera vieni o mi devo trovare un altro cavaliere?”

    House “Pensavo che quel Linchol ti interessasse?”

    Cameron “Chi? Quello che appena gli ho dato le spalle ha cercato di palparmi il sedere?”

    House “Esattamente quello!”

    Cameron “Neanche fosse l’ultimo uomo sulla terra.”

    House “Per che ora dobbiamo essere al Bellagio?”

    Cameron “Per le 8!”

    House “Neanche se parto adesso ci arrivo! È più di un miglio da qui.”

    Cameron “Esistono i taxi.”

    Vide la sua faccia perplessa.

    Cameron “Pago io!”

    House “Ok ragazzina hai il cavaliere con l’armatura scintillante per la serata e il cavallo a nolo!”

    Cameron si mise a ridere. – “Voglio proprio vederla la tua armatura.”

    House “Solo se tu mi farai vedere il tuo abito!”

    Cameron “Quando mi sarà lavata e truccata potrai vedermi.”

    Lei scomparve dietro la sua porta, lui ebbe la tentazione di spiarla, ma decise di farsi una doccia fredda per evitare di bruciare quattro anni di resistenza alla tentazione di dare un morso alle mela, perché sapeva che un morso non gli sarebbe bastato e l’avrebbe voluta tutta intera.

    ----------

    Lui la stava aspettando già da cinque minuti e cominciava ad essere impaziente. – “Avanti Cameron, alla tua età non dovrebbe servirti un lifting completo.”

    La figura di lei si delineò sulla porta. Lui rimase con la bocca spalancata, non le levava gli occhi di dosso.

    Il candido vestito era di seta, la scollatura metteva in evidenza il decolté e le modellava le curve. Di solito il bianco ingrassa, ma su di lei aveva solo l’effetto di rendere più visibili le sensuali curva. La gonna le arrivava giusto un paio di centimetri sopra il ginocchio, i capelli erano parzialmente raccolti e quelli che sfuggivano al fermaglio erano dei morbidi riccioli. Al collo un punto luce che faceva venir voglia di posare lo sguardo sul suo petto che si alzava e abbassava velocemente. Sul polso destro luccicavano dei brillantini ordinatamente in fila. Quel vestito sembrava essere creato apposta per lei, il rosso delle labbra e il verde degli occhi era tutto il colore che c’era eppure sembrava fatta di luce.

    Lei notò lo sguardo imbambolato di lui e fece una leggera piroetta su se stessa, la gonna si aprì leggermente rivelando un pochino di più le sue gambe.

    Cameron “Posso andare?”

    House “NO!”

    Cameron “Sto male?” – Chiese preoccupata.

    House “NO!”

    Cameron “E allora?”

    House “Non ci arriviamo nemmeno all’uscita con te vestita così, figuriamoci al Bellagio!”

    Lei sorrise, quel discorso strambo la ripagava della fatica che aveva fatto per preparasi così.

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    In uno modo o nell’altro riuscirono ad arrivare all’uscita dell’hotel e a prendere il taxi che li avrebbe portati al Bellagio. Arrivarono giusto un attimo prima che cominciasse lo spettacolo delle fontane e insieme lo guardarono. O meglio lo guardò Cameron, perché House continuava a guardare lei, non riusciva a distogliere lo sguardo.

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    Quando entrarono nell’Hotel si ritrovarono in un giardino cinese, con tanto di ponticelli, giochi d’acqua, templi, fiori e piante di origine asiatica. Un cartello gli indicò dove trovare il salone, ma Cameron trascinò House a sinistra.

    House “Che c’è?”

    Cameron “Guarda, quella è la scala da cui scende Julia Robert in Ocean Eleven. Immagino che l’avrai visto.”

    House “Certamente! L’hai visto per George?”

    Cameron “Oh si, proprio per George. Tu per Julia o per l’azione?”

    House “Solo per Julia.”

    Entrambi risero e andarono nel salone della cena di gala.

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    Quando Cameron si tolse lo scialle dalle spalle metà delle donna la vollero morta, l’altra metà le dava le spalle, mentre gli uomini, forse hanno un radar per queste cose, si voltarono tutti desiderandola e poi si trovarono a invidiare House che le porgeva la mano per aiutarla a sedersi.

    Cameron sapeva di aver attirato l’attenzione, ma non era conscia di quanto, a differenza di House che stava cercando di resistere alla tentazione di rimetterle lo scialle e di farla risalire in macchina, così decise di divertirsi alla faccia di tutti gli uomini presenti. Prese a sussurrarle all’orecchio i commenti più malevoli suoi presenti e lei cercava in tutte le maniere di non scoppiare a ridere.

    Quando Cameron si spostò leggermente verso House, per favorire un cameriere che doveva sfilare un piatto, finì per sfiorare le labbra di House con un lobo dell’orecchio. Chiuse gli occhi, la sensazione era stata incredibile, solo per quelle poche cellule epiteliali che si erano sfiorate nacque il desiderio di fare l’amore con lui, si sentiva tutta eccitata, probabilmente un singolo tocco l’avrebbe fatta venire seduta stante.

    Anche ad House quello sfiorarsi non era passato inosservato e desiderò ardentemente succhiare quel lobo e non solo, la morbida pelle del collo era decisamente invitante.

    Poi il miracolo cessò con il suono del cellulare di Cameron. Lei si scusò e andò a rispondere su quel meraviglioso scalone che l’aveva fatta sognare di essere al posto di Julia Robert, solo che alla fine dello scalone non voleva ne Andy Garcia, ne George Cloney, ma solo Gregory House.

    Chase “Ciao. Sei impegnata?”

    Cameron “Sono alla cena di gala.”

    Chase “Domani torni a casa?”

    Cameron “Si in serata.”

    Chase “Chi ti ha accompagnato alla cena.”

    Cameron “House, perché?”

    Chase “Non pensavo che lui partecipasse ad eventi simili. Che gli hai promesso in cambio? O gliel’hai già data.”

    Cameron “Robert! Sei maleducato e scortese, due cose che sai perfettamente che detesto.”

    Chase “Non se vengono da House.”

    Lei seppe che era la verità, ma cercò di difendere la sua posizione. – “Stai forse insinuando che sono una sgualdrina?”

    Chase “Togli l’insinuazione! Lo dico chiaramente, ho visto che manca l’abito bianco dall’armadio. Immagino che avrai messo quello, oppure te lo sei già fatto sfilare.”

    Cameron “Basta Robert! Non ti permetto di trattarmi così.”

    Chase “Così come? Come una puttana? Ma è quello che sei! Ti droghi e vieni a letto con me, scommetto che pensavi ad House mentre lo facevamo, mi proponi di fare sesso ovunque e poco dopo che House ci scopre la cosa finisce. House mi licenzia e te ne vai anche tu. Ti aspettavi che venisse a riprenderti anche questa volta? Invece della cena cosa gli avresti chiesto? Una notte indimenticabile?”

    Le lacrime scorrevano senza ritegno sul volto di Allison. – “Mi hai offeso in ogni modo possibile, penso che non abbiamo altro da dirci.”

    Chiuse il telefono e con rabbia scagliò il cellulare su quel favoloso scalone e per qualche miracolo non si ruppe.

    Un uomo, vestito di blu aveva assistito interamente alla scena e si fece avanti riconsegnandole il cellulare.

    Le tese un fazzoletto di seta bianca, lei lo guardò in volto e mormorò un grazie.

    Uomo “Signorina le assicuro che quello che è avvenuto questa sera è la cosa migliore che le potesse avvenire.”

    Cameron “Che cosa? Essere considerata una puttana dal proprio ragazzo?”

    Uomo “No, che sia il suo ex ragazzo!”

    Lei sorrise timidamente.

    Uomo “Sta sera giochi alla roulette e punti sul 15 sul 4 e sul 77.”

    Cameron “Sono i numeri della mia stanza.”

    Uomo “Buona fortuna signorina, ora le cose cominceranno a girare per il verso giusto. Addio.”


    L’uomo la lasciò da sola. Con il fazzoletto cercò di tamponare i danni provocati dalle lacrime, quando un Hei familiare la fece girare.

    Cameron “Hei.”

    House “Che è successo? Ancora quel maledetto canguro?”

    Cameron “E’ finita!”

    House “Che ha fatto?”

    Cameron “Mi ha dato della puttana e non come fai tu, lo ha fatto con cattiveria.”

    House “Hei!” – La rimproverò dolcemente. – “Non ti ho mai dato della puttana, ti do ogni tanto della sgualdrina, ma solo per i pensieri che con la tua presenta instilli negli uomini.”

    Lei cercò di sorridere. – “Penso di aver bisogno di andare alla toilette a rifarmi il trucco. Non è che potresti …”

    House “Vado a prendere le nostre cose, aspettami qua.”

    ----------

    Dopo che si era risistemata il trucco lui le propose di tornare in Hotel, ma lei rifiutò voleva giocare alla roulette come le aveva detto l’uomo in blu.

    Andarono nella sala da gioco, si fecero cambiare del denaro in fish e cominciò a puntare i numeri che il misterioso uomo in blu le aveva detto.

    Con il 15 e con il 4 vinsero del denaro, ora volevano puntare sul 77, una cameriera portò ad House un bicchiere di Scotch, lui ne bevve una lunga sorsata e lei, per sfidare la sorte, glielo sfilò dalle mani e bevve esattamente dove lui aveva poggiato le labbra. Si persero cose stesse dicendo il croupier, sembrava che per quel giro ci fosse un altro premio in pallio.

    Appoggiarono assieme le fish sul 77 guardandosi negli occhi.

    Vinsero per la terza volta consecutiva.

    House “Vuoi giocare ancora?”

    Cameron “Penso che la mia fortuna al gioco sia finita per sta sera.”

    Croupier “Ecco a voi le fish e l’altro premio.” – Disse porgendo loro una busta bianca.

    House “Dai aprila.”

    Lei la aprì e rise.

    All’interno c’era scritto:

    Avete vinto una cerimonia matrimoniale completa.
    Chiedete di padre August nella cappella del Bellagio.



    House “E’ uno spreco non usarla.”

    Cameron “E gli sprechi mi danno fastidio.”

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    Preview: Risvegliarsi

    Edited by Aleki77 - 3/7/2008, 23:38
     
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  6. Aleki77
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    Dove eravamo rimasti:
    5 - Gli sprechi: House e Cameron vanno alla seconda giornata di Convention e si annoiano a morte! Allison convince House a farle da cavaliere per la cena di gala, tutto va molto bene, quando la chiama Chase, che fa delle pesanti insinuazioni sul suo modo di comportarsi con House. Lei si arrabbia e lo lascia. Va a giocare alla roulette insieme ad House e oltre al denaro vincono una cerimonia nuziale completa.

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    6 – Risvegliarsi

    House si sentiva dannatamente bene, la gamba non faceva male, come per accertarsene allungò la mano per toccarla, ma mentre lo faceva si accorse di essere nudo sotto le lenzuola.

    Mosse la mano sinistra che non stava toccando la sua pelle, perché la sua pelle non era così morbida e vellutata e soprattutto, non profumava di miele.

    Girò verso sinistra il viso e incontrò una massa di capelli biondi. Li scostò con timore, avendo paura di vedere lei e allo stesso tempo con il terrore che non ci fosse lei nel letto con lui.

    Era proprio lei, le ciglia chiuse e le morbide labbra dischiuse come in attesa di un bacio.

    Ma quanto abbiamo bevuto ieri sera? Ne ricordo uno solo.” – Pensò lui. Si portò la mano sinistra sul volto e con stupore un oggetto di metallo lo colpì sulla punta del naso. Arretrò la mano quanto bastava per mettere a fuoco e vide ciò che più temeva: un fede al suo anulare sinistro.

    Proprio in quel momento lei si mosse nel letto e si strinse a lui.

    O mio Dio, è la cosa più bella che mi sia mai successa, sentirmela addosso. Ma fare l’amore con lei e non riuscire a ricordarlo è la cosa peggiore del mondo.”

    Con cautela, delicatamente sollevò le coperte e vide che anche lei era decisamente nuda. Solo alla vista del corpo nudo lui si eccitò.

    “E ora come faccio? Se fosse per me la prenderei seduta stante, ma ho abbastanza rispetto per lei per non farlo. Ma che cavolo abbiamo combinato ieri sera?”

    Alzò un po’ la testa e vide che erano nella camera rosa, i vestiti e la biancheria erano sparsi assieme per tutta la stanza. Il vestito bianco non era strappato.

    “Dio mio ti ringrazio, almeno non l’ho violentata!”

    Distrattamente aveva iniziato ad accarezzarle la schiena e lei mugugnando si avvicinò di più a lui.

    Il piccolo Greg, la sotto, stava decisamente facendo l’alza bandiera.

    “Che faccio? Me ne vado come un ladro, trattandola come una prostituta o rimango qui e mi faccio picchiare?”

    Optò per la seconda ipotesi, meglio un paio di botte che trattarla come solo ieri aveva sera fatto il canguro, cercò di non pensare al suo corpo, alla sua pelle e al suo profumo, così si mise a pensare alle peggiori patologie dermatologiche che gli potessero venire in mente, solo per cercare di controllare il piccolo Greg che invece voleva fare le capriole.

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    “Ah che dormita fantastica, mi sento come se avessi fatto il sesso migliore della mia vita e avessi trascorso l’ultima settimana in una Spa.”

    Si mosse un pochino e si strinse all’uomo sul quale era appoggiata.

    “Che buon profumo che ha.”

    Poi la mente cominciò a ragionare.

    “Ieri sera ho lasciato Robert, quindi, con chi sono nel letto? Ho trovato uno sconosciuto e me lo sono portato a letto? Oddio e House?”

    Poi la mente cominciò a correre veloce.

    “Oddio! Sono a letto con House!”

    Socchiuse leggermente gli occhi e vide il suo profilo.

    “Dio mio! Che ho combinato? Mi sono ubriacata? Ma non mi sento la testa come da post sbornia. Che abbiamo fatto?”

    Chiuse a pungo la mano sinistra e fece scivolare il pollice all’interno, come a volte faceva per pensare.

    “Ma che ho sul dito? E su quale dito poi!”

    Scattò in ginocchio e si guardò la mano sinistra. Non si rese nemmeno conto che così facendo tutte le sue grazie finirono in bella vista.
    House,proprio in quel momento, spalancò gli occhi, riempiendosi di tanta bellezza.

    Cameron “Ma cosa?”

    Si fissò la mano incapace di avere un altro pensiero.

    House “Ti prego copriti o nemmeno la meditazione buddista mi fermerà adesso che sei sveglia.”

    Cameron “Merda!”

    Allison si tirò addosso il lenzuolo, così facendo scoprì House e poté vedere il piccolo Greg in piedi pronto per lavoro.

    Cameron “Copriti tu ora però!” – Arrossendo.

    House ridacchiò e si tirò addosso il copriletto.

    Cameron “Che cos’è successo?”

    House “Sinceramente?”

    Cameron “Si, ti prego, ne ho bisogno!”

    House “Non ricordo nulla, solo dei flash. E tu?”

    Cameron “Ricordo la pallina che girava nella roulette e poi buio totale. Questi anelli vogliono dire ciò che penso?”

    House “Presumo, non sono mai stato sposato.”

    La parola li fece sobbalzare.

    Cameron “Da qualche parte ci deve essere un contratto o qualcosa del genere.”

    House indicò la sua giacca, qualcosa spuntava da una tasca laterale. – “Se riesci a prenderla magari cominciamo a risolvere questo puzzle.”

    Cameron cominciò a scendere dal letto, ma il lenzuolo non era sufficientemente lungo per arrivare alla giacca abbandonata sulla poltroncina e quello non voleva saperne di sfilarsi da sotto al materasso. – “Non guardare!”

    Lui si mise le mani sul voltò, ma allargò le dita, giusto quanto bastava per dare una sbirciatina, del resto, guardava sua moglie. Un brivido gli percorse la schiena, ma non era di disgusto come avrebbe potuto immaginare, era piacevole.

    Lei ritornò sul letto avvolgendosi il lenzuolo attorno. – “Puoi guardare ora.”

    Lui le sorrise. – “Allora è quello che pensiamo che sia?”

    Allison srotolò i documenti e vide che c’erano due copie dello stesso contratto matrimoniale.

    House “Decisamente non hai falsificato la mia firma, non c’è la tua G.”

    Cameron “E tu non hai falsificato la mia, non ne saresti proprio capace.”

    House “Che facciamo ora?”

    Cameron “Che ore sono?”

    House guardò il suo polso, poi guardò il comodino, ordinatamente c’erano disposti Vicodin, orologio e tessera magnetica. Decisamente non era il comportamento di un ubriaco. Afferrò l’orologio. “Sono le 11 e 35.”

    Cameron “Abbiamo l’aereo alle 2 e 30. Direi che non abbiamo molto tempo per pensarci ora.”

    House “Doccia e bagagli?”

    Cameron “Direi di si.”

    House “La stai prendendo meglio di quello che pensavo.”

    Cameron “Che devo fare? Mettermi ad urlare fino a quando non ho più voce? Comunque mi sembra che anche tu la stia prendendo meglio di quanto potessi immaginare.”

    House “Non so chi dei due devo picchiare con il bastone! Forse entrambi? O forse la cameriera che ci ha offerto il drink, quando lo saprò picchierò forte!”

    Cameron sorrise. – “Perché non vai a farti la doccia?”

    House “Perché se esco tu vedrai il piccolo Greg pronto per la battaglia e questo non mi sembra il momento. Inoltre non ho la più pallida idea di dove ho lasciato il bastone. La strada per camera mia è lunga.”

    Lei rise. – “Copriti gli occhi, vado a cercati il bastone e recupero il tuo accappatoio.”

    Lui fece come prima e sentì il piccolo Greg pronto per sfondare la resistenza.

    -----------

    Lei tornò qualche minuto dopo, avvolta in un grande accappatoio bianco, con bastone e accappatoio per lui.

    Mentre lui li prendeva, le loro mani si toccarono, lo sguardo di entrambi scattò verso l’altro e rimasero a fissarsi per diversi minuti.

    House “Forse è meglio che tu esca da qui o potrei rovesciarti su questo letto e fare quello che in questo momento mi pento amaramente di non riuscire a ricordare di aver fatto.”

    Lei per tutta risposta fuggì in bagno, dandosi mentalmente della stupida per non aver seguito il suo istinto di rovesciarlo sul letto e di possederlo.

    ------------

    Lui ricominciò a respirare. Già l’attività del camminare per uno zoppo è faticosa, ma per uno zoppo in piena erezione è un’impresa epica. Dando fondo a tutta la sua forza di volontà riuscì a raggiungere il suo bagno. Aprì la doccia e la posizionò sull’acqua gelata, ma non bastò per diminuire la voglia di lei e alla fine si arrese a dare sfogo da solo a tutto il desiderio che lo pervadeva.

    ------------

    Cameron era nella stessa situazione. Il desiderio la consumava, l’acqua tiepida, il ricordo del suo odore, il ricordo del suo calore, il ricordo della sua pelle la infiammarono talmente tanto da dover trovare sollievo da sola a quello che avrebbe voluto facesse lui.

    ------------

    Un’ora dopo si ritrovarono nel soggiorno del loro appartamento, non avevano il coraggio di guardasi negli occhi, tanto meno di parlare.

    House “Hai presto tutto? Dimenticato nulla di importante?”

    Cameron “Mi pare di no. Forse è meglio se faccio un altro giro e vedo se abbiamo lasciato qualcosa.”

    Fece il suo giro di perlustrazione, ma non trovò nulla che gli appartenesse.

    ----------

    Tornò nel soggiorno, lui era seduto sulla poltrona a giocare con la PSP e lei finalmente ebbe il coraggio di guardarlo di nuovo.
    Erano meno imbarazzati quando si erano svegliati nudi nel letto.
    Lui si voltò di scatto e lei distolse lo sguardo.

    House “Non possiamo andare avanti così!” – Le disse mentre le si avvicinava.

    Cameron “Così come?”

    House “A non guardarci negli occhi. Ricordi? Siamo amici?”

    Lei sorrise e alzò lo sguardo su di lui. – “Si hai ragione, è che è maledettamente imbarazzante.”

    Lui si mise a ridere. – “Essere sposata o essere spostata con me?”

    Cameron “Nessuna delle due.”

    House “E allora cosa?”

    Cameron “Non ricordarsi di aver fatto l’amore con una persona con la quale lo si desiderava da tempo.”

    House “Tu lo volevi?”

    Cameron “Si.” – Sussurrò lei, ma non ebbe il coraggio di chiedergli se per lui era lo stesso.

    Lui si allontanò a prese la sua valigia. Guardò fuori. – “Lo desideravo anch’io.” – Disse lui.

    Il cuore di lei si riempì di gioia. – “Torniamo a casa.”

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    Dove eravamo rimasti:
    6 - Risvegliarsi: House e Cameron si svegliano nudi nella camera d'albergo di Cameron e non ricordano assolutamente nulla di cosa li abbia portati in quel letto. Scoprono di essersi sposati, ma non conservano memoria. Decidono di tornare a Princeton, risolveranno i loro problemi una volta a casa.

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    Ricordo a tutti che è una storia vietata ai minori di 18 anni!!! Soprattutto questo capitolo!

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    7 – Signori House

    Il facchino portò porto i loro bagagli nella reception e si misero in fila per fare il ceck out.

    Quando fu il loro turno, il Concierge li accolse sorridendo. – “Signora e signor House, siamo molto felici che il vostro soggiorno da noi sia stato piacevole e che abbia visto coronato il vostro sogno d’amore. A casa vi abbiamo fatto recapitare un piccolo dono come ricordo di questo soggiorno.”

    Cameron e House non sapevano se ridere in faccia al ragazzo o prenderlo a botte.

    Cameron, trovando da qualche parte un briciolo di gentilezza lo ringraziò.


    Cameron “Fantastico! Ora lo sa anche il Concierge, ci manca solo che lo sappiano al PPTH e avremo finito di vivere. Che facciamo?”

    House “Penso che dovremmo chiamare un avvocato e chiedere per l’annullamento.”

    Cameron “Già, forse è il caso.” – Gli disse mestamente e quel cambio di tono non passò inosservato a Greg.

    House “Che c’è?”

    Cameron “Non chiamare Stacy, ti prego!”

    House “Mica sono scemo, meno la vedo meglio sto. Andiamo, il nostro taxi è arrivato.”

    -----------

    Il viaggio di ritorno fu meno piacevole di quello dell’andata, entrambi cercarono di dormire o di fare mente locale su quanto era accaduto quella notte, ma i ricordi non volevano saperne di tornare.


    Una volta giunti in aeroporto il cellulare di Cameron prese a suonare. Lei guardò il chiamante, era Chase.

    Cameron “Pronto!”

    Chase “Dove sei?”

    Cameron “Sono appena atterrata!”

    Chase “Senti, per quanto riguarda ieri sera…”

    Il volto di Cameron si scurì e House se ne accorse immediatamente. Le prese il cellulare dalle mani e lo chiuse.

    Cameron “Ma stavo parlando.”

    House “Adesso non più! Non capisco proprio che bisogno hai di farti dell’altro male. Appena hai capito che era lui sei diventata triste, adesso hai altre cose a cui pensare. Lascia perdere il canguro!”

    Lei sorrise. – “Io non ho una casa a cui tornare sta sera.”

    House “Certo che ce l’hai!”

    Cameron “Come sarebbe a dire?”

    House “Casa mia è o non è una casa?”

    Cameron “E’ casa tua!”

    House “Ragazzina vedi di non farmi irritare o ti denuncio per abbandono del tetto coniugale!”

    Lei si mise a ridere apertamente. – “Sei sicuro?”

    House “Certo! Hai mai visto qualcuno farmi fare qualcosa che non voglio?”

    Cameron “La Cuddy!”

    House “E’ solo perché è lei ad avere i cordoni della borsa e di solito poi trovo il modo per fregarla. Andiamo a casa. Domani, dopo il lavoro, penseremo a cosa fare.”

    Cameron “Ok! Mi è tornato l’appetito!”

    House “Vorrei vedere! E’ dalla cena di gala che non tocchiamo cibo. Quando siamo a casa ordiniamo un paio di pizze.”

    Cameron “Ottimo!”

    -----------

    Cameron “La pizza era fantastica. Ora sto meglio.”

    House “Non ti pensavo una divoratrice di pizze.”

    Cameron “Oggi avevo proprio fame. Se mi dici dove posso trovare delle lenzuola e coperte mi preparo il divano.”

    House “Perché il divano quando c’è un letto bello grande di là che può accogliere entrambi?”

    Cameron “Non so se sia il caso!”

    House “La cosa peggiore o migliore che ci può capitare è di ripetere quello che abbiamo già fatto, quindi, tanto vale dormire comodi.”

    Cameron sorrise. – “Va bene, ma non darmi calci.”

    House “Sta mattina ti sei svegliata piena di lividi?”

    Cameron “No. Hai ragione!”

    House “Ho sempre ragione. Domani andremo a recuperare le tue cose, prima che Chase le butti in mezzo alla strada.”

    Cameron “Spero di no, ho un sacco di roba a cui tengo.”

    House “Ti ho fatto un po’ di spazio nell’armadio. So che tu preferisci i vestiti stirati.”

    Cameron “Esattamente. Tiro fuori dalla valigia quello che mi serve per domani, per fortuna che ho ecceduto.”

    -------------

    Arrivò il fatidico momento di coricarsi, lei indossava una camicia da notte blu, lui una maglietta dei Deep Purple e un paio di boxer a righe nere.

    House “Avanti, non ti mangio mica!” – Incoraggiandola a salire sul letto, mentre con il palmo colpiva il centro del letto.”

    Lei timidamente si sedette e si sdraiò, praticamente sul bordo esterno.

    House “Avanti, messa così cadi alla prima folata di vento.”

    Cameron “Spero che non ci siano spifferi.” – Mentre cercava di riguadagnare il centro del letto.

    Lui spense la luce e cercò di rilassarsi, ma con lei vicino e così lontano allo stesso tempo non era facile. Allungò una mano e cercò la sua, quando la raggiunse intrecciò le dita a quelle di lei. Allison sorrise e cominciò a rilassarsi.
    In poco tempo si addormentarono entrambi.

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    Cameron si svegliò qualche minuto prima della sveglia che aveva impostato e si ritrovò circondata dalle braccia di lui.

    “Dio mio, che sensazione bellissima. È così giusta. Chi è che vuole l’annullamento! Io no di certo!” – Mentre si accomodava meglio tra le sue braccia.

    Bip bip bip bip bip bip

    La sveglia era sul comodino di Greg.

    Cercò di muoversi lentamente per raggiungerla e spegnerla, ma mentre ritornava nella sua posizione originaria, gli occhi di House si spalancarono.

    Cameron “Scusa se ti ho svegliato, devo andare al lavoro.”

    House “Che ore sono?” – Con voce impastata dal sonno.

    Cameron “Le 6. Torna a dormire.”

    House “Ma è troppo presto.”

    Cameron “Non è poi così presto, io inizio alle 8.00 e devo trovarmi un taxi per arrivarci.”

    House “Ti porto io in moto, più tardi.” – Biascicò, aumentando la presa su di lei.

    Cameron “Io voglio arrivare in orario, ho abituato il mio capo che sono precisa e puntuale.”

    House “Io invece ho abituato il mio capo che sono ritardatario e disordinato.”

    Cameron “Devo andare.”

    House “Allora vengo con te.” – Svegliandosi completamente.

    Cameron “Vuoi far venire un infarto alla Cuddy presentandoti in orario al lavoro?” – Mentre cercava di uscire dalle sue braccia prima che fosse troppo tardi per riuscire a tornare indietro.

    House “Qualcosa del genere.”

    Il loro respiro accarezzava le labbra dell’altro. Gli occhi erano incatenati tra loro.

    Cameron, per una volta diede retta al suo istinto e lo baciò.

    Lui la trascinò addosso a se, rispondendo al bacio con passione, quasi stesse aspettando il LA per iniziare un concerto.

    La lingua finì nella bocca dell’altro, da prima piano, dolcemente poi con passione crescete. Le mani non poterono stare ferme e si unirono al gioco delle labbra, solo che lo fecero al resto del corpo.

    Chissà come, una mano era già finita sotto alla camicia da notte, smaniosa di toccare ancora una volta la pelle di lei.

    Lei non rimase passiva sotto di lui. Attaccò la maglietta e riuscì a sfilarla staccando le labbra da quelle di lui solamente il tempo necessario per farla passare dalla testa.

    Lui prese con entrambi le mani la camicia da notte e gliela sfilò veloce. Finalmente poté affondare i denti in quella morbida carne che si trova alla congiunzione tra collo e spalle. Lei gemette di piacere.

    Lui si avventò sul reggiseno e glielo sfilò, strinse con entrambi le mani i seni e poi vi affondò il viso.

    Lei si contorceva dal piacere e dal desiderio. Affondò le unghie nella schiena e lui gemette di dolore e di piacere.

    Rotolarono nel letto e fu lei a trovarsi di sopra.

    Con i denti gli prese a mordergli i capezzoli stringendoli un pochino, quanto bastava per farlo gemere ed implorare. I bacini sbattevano l’uno contro l’altro, desiderosi di incontrasi senza ostacoli.

    Lui le infilò le mani dentro, sotto agli slip, e trovò la sua gemma dura e pronta per ricevere piacere. Gliela sfrego un po’. Lei si fermò e urlò. Poi con foga, ricominciò a muoversi su di lui. I suoi slip ormai erano fradici dal desiderio, lui glieli sfilò e li lanciò lontani.

    Aprendo le gambe maggiormente e piegandosi leggermente in avanti sentì il pene del suo compagno in piena erezione e desideroso di riempirla. Con un movimento deciso afferrò l’elastico dei boxer e cominciò a farli scendere. Lui per aiutarla inarcò un poco la schiena, i boxer finirono in un punto imprecisato della stanza.

    Lei prese il suo pene e cominciò fare in modo che accarezzasse la sua entrata, bagnandolo completamente, ma senza permettergli di soddisfarsi pienamente.

    Lui non ne poté più di quella tortura. Con un colpo di reni invertì le posizioni.
    Iniziò a penetrarla guardandosi negli occhi e per entrambi, quello fu il momento di grazia che da tanto aspettavano. Quando fu completamente dentro di lei iniziò a muoversi, prima lentamente, poi sempre con più foga.

    Per farla venire assieme a lui, raggiunse il suo clitoride con le dita e cominciò a massaggiarlo delicatamente. Il corpo di lei sobbalzò, delle scosse che partivano dal centro della sua femminilità si irradiavano lungo la spina dorsale fino ad arrivarle al cervello. I movimenti non poterono più essere regolari, ma divennero sempre più frenetici. Il corpo di lei si immobilizzo per un attimo insieme a quello di lui, poi si scaldarono ancora e assieme urlarono il raggiungimento del loro piacere.

    Stremati collassarono l’uno sull’altro. Entrambi aveva un sorriso soddisfatto sul volto.

    Il loro respiro era affannoso. Lei si strinse a lui e lui affondò i denti sul suo collo.

    Sta volta non c’era l’alcol o altro a obnubilargli la mente o a offuscargli i pensieri, questo era stato sesso intenzionale e desiderato da entrambi, anzi no, questo era fare l’amore con il partner che si desiderava veramente.

    Rimasero almeno una decina di minuti uno sopra l’altro. Lui le baciava i capelli, lei il collo.

    Fu lei a rompere quello stato di grazia, forse per il senso del dovere o forse solamente perché non sapeva che cosa sarebbe successo poi.

    Cameron “Vado a farmi la doccia.”

    House “Facciamo assieme.”

    Cameron “Arriveremmo sul serio in ritardo.”

    Mentre lei gli scivolava via dal corpo, lui la trattenne.

    House “Pentita?”

    Cameron “Assolutamente no. È stato … non trovo le parole per descriverlo.” – Gli rispose sorridendo. Tornò da lui gattonando e lo baciò, di nuovo. – “Vado a farmi la doccia o non usciamo più da questo letto.”

    House “Potrebbe essere un’idea!”

    Cameron “Voglio mantenere il mio lavoro.”

    House “Ti riassumo.”

    Cameron “Meglio di no! O la Cuddy non ci darà più tregua.”

    Questa volta lei abbandonò il talamo nuziale e andò a farsi la doccia, doveva affrontare una dura giornata di lavoro e per la testa non aveva altro che lui. Non avevano ancora parlato del loro futuro, ma in quel momento non sembra importare.

    Lui rimase steso nel letto ricordando le sensazioni da poco provate desideroso di riprovarle ancora una volta.

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    Dove eravamo rimasti:
    7 - Signori House: Dopo il risveglio nello stesso letto, Cameron e House decidono di iniziare una convivenza quasi forzata poichè Cameron non può certo tornare da Chase dopo che lei lo ha lasciato. Il risveglio è dei migliori e consumano il loro matrimonio coscientemente.

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    8 – La notizia del millennio

    Arrivarono in ospedale in moto.

    Era già successo di andare in moto assieme, ma le cose erano cambiate da quella volta. Si strinse a lui senza farselo dire e lui si sorprese, di come il corpo di lei, aderisse perfettamente al suo.

    Entrarono nella lobby del PPTH ridendo e scherzando, ma vennero praticamente travolti dalla Cuddy e da Wilson.

    House “E che cavolo! Siamo in ritardo di soli 5 minuti! E ci accogliete così?”

    Cuddy “Che avete combinato a Las Vegas?”

    Cameron “Quelli della Convention si sono lamentati di noi?” – Chiese preoccupata.

    Cuddy “No tutt’altro! Vi hanno già richiesto per l’anno prossimo.”

    Cameron “Ma allora?”

    Cuddy “Quando non eravate alla Convention che avete combinato?”

    Cameron “Niente! Perché?”

    Cuddy “Per quelli!” – Disse indicando le loro fedi nuziali.

    House “Ah, per questi…” – Disse guardandosi la mano sinistra. – “Anche lei ne ha uno uguale.” – Disse indicando Cameron. – “Ma forse dovresti parlare con Jimmy, lui ne ha ben tre.”

    Wilson “L’avete fatto sul serio! Pensavo che fosse uno scherzo.” – Molto seriamente.

    Cuddy “Nel mio ufficio! ORA!” – Indicando la strada.

    ----------

    Cuddy “Ieri sera, un fattorino ha consegnato questo cesto e questa busta al mio ufficio.” – Disse mentre cercava di ritrovare la calma. – “Sono arrivata alle 7.00 per prepararmi ad un incontro con un finanziatore e la mia segretaria mi ha portato questo affare. Ho aperto la busta senza notare i nomi e oltre alle congratulazioni per il vostro matrimonio, c’erano le foto del vostro dannato matrimonio.” – Alzando la voce di un’ottava.

    Cuddy tese loro il biglietto e le fotografie, le prese Allison.

    Ad Allison e Gregory House, felicitazioni per il vostro matrimonio.
    La direzione del Bellagio.



    House e Cameron sfogliarono velocemente le fotografie, almeno una ventina. Loro due che si tenevano per mano e si guardavano negli occhi, che si baciavano, che si scambiavano le fedi, c’era perfino il lancio del bouquet verso qualcuno che non era ripreso. I vestiti indossati erano certamente quelli della serata di gala, vestito bianco di lei sembrava scelto apposta per quel momento.

    Cuddy “Allora?”

    Cameron “Non ci ricordiamo nulla, solo dei flash.”

    Cuddy “Che cosa?”

    House “Probabilmente eravamo ubriachi!”

    Cuddy “Non mi sembravate così ubriachi in queste foto.”

    Wilson “Ha ragione, sembrate sobri e determinati portare a termine quello che stavate facendo.”

    Cuddy “Che avete intenzione di fare?”

    House “Abbiamo parlato di un avvocato. Giusto Cameron?”

    Cameron “Giusto.”

    House “Cuddy, non mettere in mezzo Stacy.”

    Cuddy “Non ci penso minimamente. Avete un avvocato in mente?”

    House “Quello di Wilson, del resto, ormai dovrebbe aver imparato.”

    Wilson “Il mio avvocato, solo a sentire il tuo nome, chiama un esorcista e comincia ad aspergere acqua santa.”

    House “Oddio, un ebreo che ha per avvocato un cattolico! Questa è nuova.”

    Cuddy “Per prima cosa, questo matrimonio frettoloso deve rimanere tra noi. Secondo, dovete annullarlo , terzo dovete tornare al lavoro così nessuno si insospettirà.”

    Wilson “Ma perché devono annullarlo? Non mi sembra che abbiano fatto una cosa scandalosa.”

    Cuddy “E’ in gioco la reputazione dell’ospedale! Che figura ci facciamo? Mando due medici, due ottimi medici e quelli a Las Vegas si ubriacano e finisco nella prima cappella e si sposano!”

    Wilson “Mi sembra che tu stia affrettando le cose. Hanno detto solo che non ricordano quello che è successo.”

    Cuddy “Appunto! Ti sembra poco? Si sposano e non sanno il perché! Inoltre è risaputo che Cameron sta con Chase, ma soprattutto che è stata l’assistente di House.”

    Wilson “Adesso non lo è più!”

    House li ignorò completamente, si accomodò meglio sulla poltrona, gli sembrava meglio di una puntata di General Hospital.

    Cameron invece era sempre più furente. – “Adesso basta! Siamo grandi, adulti e vaccinati. Ci arrangeremo. E comunque non vedo come un matrimonio possa mettere in cattiva luce il PPTH! Fatevi gli affari vostri.”

    Wilson e Cuddy smisero di colpo di parlare e la guardarono allibiti. House invece le sorrideva.

    Cameron si diresse verso la porta, ma si fermò quando afferrò la maniglia.

    House “Cameron, ci vediamo in mensa per pranzo.”

    Cameron “Va bene.” – Ed uscì di gran carriera.


    House “Grande! La signora House è riuscita a farvi stare zitti!”

    Wilson “Perché la chiami ancora Cameron?”

    House “E come la dovrei chiamare? House?” – Si mise in tasca l’ipod, afferrò il bastone e uscì anche lui dallo studio della Cuddy.

    Cuddy “Forse non lo conosce sul serio il suo nome di battesimo!” – Disse sconsolata.

    -------------

    Cameron “Dottor Green mi scusi per il ritardo sono stata trattenuta dalla dottoressa Cuddy.” – Si era cambiata e ora indossava la sua divisa rosa, con sopra il camice bianco.

    Green “Cameron che ci fa qui? Non è in luna di miele.”

    Cameron “Come scusi?”

    Green “Ho sentito che si è sposata! Con House! Ma non stava con il dottor Chase? Forse non sono stato aggiornato sul Gossip ospedaliero.”

    Cameron “Ma come?”

    Green “Era una notizia riservata?”

    Lei lo guardò spaesata. – “Mi scusi dottor Green, ho una faccenda personale da risolvere.” – Lasciando il pronto soccorso di corsa.


    Si diresse verso l’ufficio di House, ma più si avvicinava e più notava che il personale ospedaliero chiacchierava non appena la vedeva comparire.

    “O mio Dio, lo sa tutto l’ospedale!”

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    House “Salve miei prodi! Che avete combinato durante la mia assenza?”

    Tutti i paperi sembravano sotto l’effetto di qualche strano acido, anche Foreman non aveva una bella cera.

    House “Cos’è? Sono un alieno? O è per il fatto che sono quasi in orario?”

    Foreman “Hem ...” – Disse guardandogli la mano sinistra. – “Allora è vero.”

    House “Cosa?”

    Foreman “Che ti sei sposato! E con la piccola e innocente Cameron, ma forse ora dovremo cominciare a chiamarla signora House.” – Ridendo.

    House “Chi ve l’ha detto?”

    Foreman “Me l’ha detto Kutner!”

    House “Kutner! Da chi l’hai saputo!”

    Kutner “Beh … ecco io …”

    House “Se non vuoi essere licenziato in questo momento voglio sapere la catena del pettegolezzo. Pezzo per pezzo.” – Scandendo le ultime parole.

    Kutner “A me lo ha detto Priscilla, un’infermiera di pediatria, che gliel’ha detto Simon, il guardiano notturno, che l’ha saputo da Brenda, l’infermiera dell’ambulatorio, che gliel’ha detto Linsday, la segretaria della Cuddy!”

    Ora era House a sembrare sotto l’effetto di allucinogeni. Era sulla bocca di tutti ecco perché quando passava davanti al personale quello cominciava a bisbigliare. Doveva informare Cameron.

    Cameron “House! Nel tuo ufficio! Ora!” – Era entrata come una furia nello studio comune di diagnostica. I paperi furono sorpresi di vederla.

    Foreman “Ciao Cameron, ora come ti devo chiamare? Signora House!”

    Cameron “Foreman! Fatti i fatti tuoi per una volta!”

    Foreman “Vedo che hai già acquisito il comportamento della tua dolce metà.”

    House “Foreman! Piantala o il mio bastone ti farà rimpiangere di non essere sotto colonscopia senza anestesia!”

    -----------

    House e Cameron entrarono nel suo studio.

    Cameron “Lo sa tutto l’ospedale!”

    House “Me ne sono accorto.”

    House vide che Foreman e gli altri li guardavano attraverso i vetri e si chiedevano di cosa stessero parlando. House si innervosì e si mise a chiudere le tende.

    Cameron “Che fai?”

    House “Faccio in modo che gli scocciatori non si facciano i fatti nostri più del dovuto.”

    Cameron “Non penso che sia una buona idea chiudere le tende.”

    House “Perché?”

    Cameron “Penseranno che stiamo facendo chissà cosa!”

    House “Lasciali pensare quello che gli pare! Sono con mia moglie!”

    Cameron “House, non sono abituata a essere il pettegolezzo del giorno.”

    House le si avvicinò e le posò le mani una mano sulla spalla. – “Durerà qualche giorno e poi non ci faranno più caso.”

    Cameron “Stai scherzando vero? Sembra la notizia del millennio! Perfino il mio capo mi ha chiesto che ci facevo al lavoro e perché non ero in licenza matrimoniale.”

    House “Hai ragione! Dovremmo sfruttare questa situazione e chiedere le due settimane che ci spettano. Ora capisco perché Wilson si sposi tanto spesso! Avrei dovuto capirlo prima.”

    Cameron “Si serio, mi sembra di essere la barzelletta del PPTH!”

    House “E’ tanto male essere sposata con me?” – Improvvisamente serio.

    Cameron “Non ho detto questo, anche se fino ad ora mi pare che del matrimonio abbiamo fatto una cosa sola.” – Arrossendo un poco.

    House “La cosa più bella e interessante.”

    Si sorrisero. Lui la avvicinò a se e cominciò a baciarla, lei si lasciò andare, essere la signora House era decisamente piacevole.

    ------------

    Kutner “Vorrei tanto sapere cos’è successo a Las Vegas.”

    Taub “Probabilmente si sono ubriacati e sono entrati nella prima cappella disponibile.”

    Hadley “Se l’hanno fatto probabilmente provavano già dei sentimenti l’uno per l’altro che l’alcol ha disinibito.”

    Kutner “E se invece la cosa fosse intenzionale? Chissà cosa stanno facendo ora con le tende tirate, non li sentiamo urlare. Tu che ne dici Foreman?”

    Foreman “Attrazione fisica ce n’è sempre stata, non accorgersene sarebbe stupido, i sentimenti però venivano solo da lei, mai da lui. Però pensavo, che da quando lei stava con Chase, certe cose fossero passate anche per lei.”

    E come dopo una battuta di una tragedia greca Chase entrò nello studio. – “Dove sono?”

    Non aveva una bella cera e cercava di mantenere la calma.

    Foreman “Ciao Chase, di chi parli?”

    Chase “Di House e della mia ragazza!”

    House “Moglie batte ex ragazza, quindi sei un perdente!” – Disse House rientrando nello studio comune.

    Chase divenne livido di rabbia e fece per scagliarsi contro House, ma Cameron si mise sulla sua traiettoria e il pugno finì a vuoto.

    Cameron “Possiamo usare il tuo studio?”

    House “Vedete di non rompere nulla! Ah Cameron!”

    Cameron “Si?”

    House “Io non ho il manuale di Clark, se devi lanciare qualcosa, usa il libro di reumatologia, l’ho sempre trovato così inutile.” – Strizzandole l’occhio.

    Cameron “Vedrò che riesco a fare.” – Accennando un sorriso.

    Cameron e Chase entrarono nello studio con ancora le tende tirate.

    House si sedette e guardò i ragazzi. – “Allora raccontatemi cosa avete fatto in questi giorni di assenza di mamma e papà.”

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    8 - La notizia del millenio: La notizia del matrimonio di House e Cameron si è sparsa per tutto il PPTH, nessuno è in grado di farsi gli affari propri e tutti cercano di dare consigli o di capire quali siano stati gli eventi che li hanno portati a tale decisione.

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    9 – Principessa confetto

    Chase “Allora è vero? Siete sposati?”

    Cameron “Così dice il certificato di matrimonio.”

    Chase “Perché?”

    Cameron “Perché cosa?”

    Chase “Perché l’hai fatto? Perché ti sei sposata? Con lui poi.”

    Cameron “Dopo quello che mi hai fatto passare nell’ultima settimana con quale diritto vieni a chiedermi il perché? Ti sei dimostrato geloso della mia carriera appena saputo di quel maledetto convegno. Una volta arrivata a Las Vegas e ho avuto la malaugurata idea di dirti che c’era House mi hai coperto di insulti. È stato dopo l’ultima delle tue bellissime chiamate che ho cominciato ad ubriacarmi mentre ero ad un tavolo da gioco e mi sono risvegliata nel letto con House, con un anello al dito e un contratto matrimoniale. Questo è tutto.”

    Chase “Annullatelo.”

    Cameron “Dobbiamo parlare con gli avvocati.”

    Chase fece per avvicinarsi a lei.

    Cameron allungò una mano e gli fece cenno di fermarsi. – “Comunque andranno le cose con House, le cose tra me e te sono finite dopo quella telefonata.”

    Chase “Ma…”

    Cameron “Niente ma. È finita.”

    Chase fece per andarsene.

    Cameron “Un'altra cosa.” – Lui si voltò a guardarla. – “Sfiora House, anche soltanto con un dito, e te la farò pagare.”

    Chase “Ora lo proteggi anche, hai già cominciato a leggere il manuale della brava moglie?”

    Cameron si irrigidì, lanciare il libro di reumatologia ora sembrava una buona idea, sperava proprio di colpirlo in fronte. – “Avevo proprio capito male, la mia prima impressione su di te era quella giusta, sei un bambino viziato che pesta i piedi per ottenere quello che vuole. Pensavo di poter avere un colloquio serio con te, ma a quanto pare non è così. Mentre sei fuori passerò a prendere le mie cose e poi ti lascerò le chiavi in casa.”

    Chase “Bene!”

    Cameron “Bene!”

    Chase se ne andò sotto lo sguardo curioso di tutti i paperi e poi uscì Cameron che era ritornata padrona di se stessa.

    Cameron “Penso che dobbiamo andare dalla Cuddy!”

    House “Pensavo che dopo la sfuriata di sta mattina non ne volessi più sapere.”

    Cameron “Dopo la pubblicità progresso di qualcuno, di cui non penso sia informata, le cose sono un po’ cambiate.”

    House “Vero. Allora bambini, fate i bravi mentre la mamma e il papà vanno a parlare con la latteria ambulante.”

    Cameron alzò gli occhi al cielo e si incamminò.

    House “Hei! Aspetta! Non è bello far arrancare uno zoppo dietro a sua moglie.”

    Cameron si girò e sbuffò un po’, ma tutto sommato sotto c’era un sorriso, presero assieme l’ascensore.

    -----------

    House aprì la porta dello studio della Cuddy come al suo solito senza bussare, era in riunione.

    House “Raggio di sole dobbiamo parlare. Ops! Tesoro, ti da fastidio se la chiamo così?” – Chiese con un sorrisino ironico a Cameron.

    Cameron “Affatto, mi sembra un complimento visto gli altri epiteti con la quale ogni tanto la chiami.” – Accondiscendente.

    Cuddy “House! Fuori! Entrambi!” – Disse indicando la porta.

    House “Ci piacerebbe molto, ma il tuo ospedale è un covo di chiacchiere.”

    La Cuddy li guardò meravigliata.

    Cameron “Lo sa tutto l’ospedale e la fuga di notizie viene giusto da questo ufficio,” – Disse guardando la segretaria.

    Cuddy “Per cortesia uscite, tra dieci minuti riprendiamo da dove abbiamo lasciato.” – Disse ai suoi collaboratori.

    Quando i tre furono usciti la Cuddy li guardò negli occhi. – “Che cos’è questa storia della fuga di notizie.”

    House “Sai, la tua segretaria ha informato tutto il PPTH. Siamo la notizia, com’era? Ah già, la notizia del millennio.”

    La Cuddy si portò le mani alla testa, una forte emicrania la stava massacrando.

    House “Vogliamo le nostre due settimane di licenza matrimoniale.”

    Cameron “House!”

    Cuddy “Penso che abbia ragione lui Cameron, se ve ne starete per un po’ lontano da qui magari le acque si calmeranno.”

    Wilson entrò, anche lui senza bussare. – “Lo sa tutto l’ospedale!”

    Cuddy “Ma oggi vi siete tutti Housizzati?”

    House e Cameron risero mentre guardavano la faccia perplessa di Wilson che non capiva.

    Wilson “Che ho detto?”

    Cuddy “Comunque, questo è l’indirizzo dello studio di un buon divorzista. Per le prossime due settimane non vi voglio vedere qui dentro, tornate quando avrete risolto tutto. Ora fuori tutti e fate rientrare i miei collaboratori.” – Disse indicando la porta.

    ---------

    House stava aspettando Cameron, che era andata a cambiarsi, appoggiato alla moto. Venne raggiunto da Wilson.

    Wilson “Hei!”

    House “Non ti avevo già salutato?”

    Wilson “Non mi hai raccontato niente di quanto è accaduto a Las Vegas.”

    House “Non è che ne ho avuto molto il tempo, quando sono arrivato sapevate già tutto.”

    Wilson “Me l’avresti detto?”

    House “Certo, perché non avrei dovuto?”

    Wilson “Non mi hai detto che le cose con Cameron erano già così avanti.”

    House “Perché non lo erano! Sull’aereo di andata ci siamo detti amici, giovedì e venerdì siamo usciti assieme, siamo andati sulle montagne russe e a cena fuori. Poi sabato è stato incasinato. Chase che a ogni piè sospinto le dava della sgualdrina, anche mentre eravamo a quella dannata cena di gala, poi Cameron ha voluto provare a giocare con lo roulette e domenica mattina ci siamo svegliati nello stesso letto con le fedi al dito.”

    Wilson “Come vi siete svegliati nello stesso letto?”

    House “Ci siamo svegliati NUDI. Chiaro? O hai bisogno di un disegnino?”

    Wilson “Mi stai dicendo che avete fatto sesso e non ve lo ricordate?”

    House “Quello di sta mattina però ce lo ricordiamo bene.”

    Wilson “L’avete fatto sta mattina?”

    House “Si.”

    Wilson “E allora perché state parlando di annullamento? È stato così disastroso?”

    House “Tutt’altro! È stato il miglio sesso che io mi ricordi di aver mai fatto.”

    Wilson “E allora?”

    House “E’ complicato. Ora sta zitto. Eccola.”

    Cameron si era levata il camice rosa e indossava i jeans, una tenuta molto più comoda per andare in moto.

    Wilson “Un’altra cosa?”

    House “Che vuoi?”

    Wilson “Lei sta da te?”

    House “Mi sembra ovvio, mica la lascio tornare con il canguro.”

    Cameron “Di che state parlando ragazzi?”

    House “Della notizia del millennio!”

    Cameron “Ancora?! Spero che diventi vecchia in fretta.”

    Wilson “Ragazzi, non so se sia il caso visto le circostanze, ma complimenti e auguri.”

    Cameron gli sorrise radiosa. – “Grazie Wilson! Com’è andata l’uscita con la nuova infermiera?”

    Wilson guardò House che stava ridendo. – “Suppongo bene, ci rivediamo venerdì!”

    Cameron “Buona fortuna.”

    Wilson “Mi sa che ne avete più bisogno voi. Ciao ragazzi ci vediamo prossimamente.”

    House “Allora principessa confetto, dove andiamo?”

    Cameron “Visto che Chase è al lavoro che ne dici se andiamo a recuperare le mie cose.”

    House “E poi come le portiamo a casa?”

    Cameron “Ho anche la macchina a casa di Chase!”

    House “Oh! Allora andiamo!”

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    Dove eravamo rimasti:
    9 - Principessa Confetto: Cameron affronta Chase e gli fa capire che anche se non ci fosse stato il matrimonio con House, sarebbe finita comunque. House e Cam vanno dalla Cuddy e riescono a farsi dare le due settimane di licenza matrimoniale che spetta loro, lei gli consiglia un avvocato e di chiudere al questione. Invece Santo Wilson, protettore delle Cotton, consiglia ad House di provarci.

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    10 – Benessere

    House “Ma quanta roba hai?” – Spingendo in casa uno scatolone.

    Cameron “Non è che ero là per il campeggio estivo. Ci vivevo da lui.” – Mentre entrava in casa con un paio di valige.

    House “Almeno abbiamo preso tutto?”

    Cameron “Mancano alcuni mobili.”

    House “Sono essenziali per te?”

    Cameron “Solo la specchiera in realtà, era di mia nonna. Spero che non la sfasci. Sa quanto ci tengo.”

    House “Avremmo dovuto noleggiare un furgone e un paio di uomini di fatica.”

    Cameron “Ma non eri tu quello per il risparmio sempre, comunque e ovunque?”

    House “Non quando la mia schiena reclama pietà.”

    Lei sorrise, gli si avvicinò e cominciò a massaggiargli la zona lombare.

    House “Piccola, continua così e invece di tornare a prendere le altre cose che sono in macchina ti porto di là.”

    Lei si staccò da lui e si mise a ridere. – “Ora! Dove sistemo tutta questa roba?”

    House “Hai metà armadio a tua disposizione, la cucina è quello che è quindi la tua roba ci starà benone, il grosso problema sono i libri. Per fortuna che hai una collezione di cd e DVD modesta altrimenti non sapevo dove metterli.”

    Lei era sorpresa, stava pianificando la loro vita assieme, nonostante parlassero ancora di annullamento. Non voleva forzarlo, ma in cuor suo sperava ardentemente che anche lui volesse proseguire il loro matrimonio.

    House “Che hai? Ti sei incantata?”

    Cameron “Cosa? No stavo pensando dove mettere i libri. Se nel frattempo li lasciamo negli scatoloni e li mettiamo sotto al tuo amato pianoforte?”

    House “Il pianoforte è sacro.”

    Cameron “Per questo ho detto sotto! Sono solo due scatoloni, non lo toccheranno nemmeno, sarà solo per evitare che siano di intralcio nei passaggi.”

    Lui ci pensò su per un momento. – “Ok! Ma è una soluzione provvisoria! Chiaro! Appena troviamo un po’ di posto li togliamo da li sotto.”

    Cameron “Va bene.” – Sorridendo.

    ---------

    Cameron “Sono le otto e sono sfinita.” – Mentre si sedeva sul divano accanto ad House.

    House “Fame!”

    Cameron “Pure io, ma ho anche bisogno di una doccia.”

    House “Allora sei tu che puzzi in questa maniera.” – Maliziosamente.

    Cameron “Hei!”- Mentre gli tirava addosso un cuscino. – “Non mi sembra che tu stia messo meglio a profumi.”

    House “Cinese sta sera?”

    Cameron “Si, va bene, vado a farmi una doccia intanto.”

    House la afferrò per un polso. – “Facciamo assieme.”

    Cameron “E se arriva il ragazzo delle consegne?”

    House “Mi è passata la voglia di cinese. Ora ho voglia di te.”

    La trascinò su se stesso e cominciò a baciarla, lei rispose al bacio con passione. Lui cominciò a svestirla e lei fece altrettanto. In pochi istanti furono nudi e cominciarono ad amarsi. Lui ad un tratto si fermò.

    Cameron “Che c’è?”

    House “Dio come sei bella!” – Affondò il viso nel suo seno, baciandola, succhiandola e mordendola ovunque. Lei chiuse gli occhi e si abbandonò a quella sensazione.

    "Probabilmente questo è il paradiso." – Fu l’ultimo pensiero razionale di Cameron per molto tempo.

    -----------

    Si ritrovarono sul divano uno sopra l’altro, non avevano fatto nulla di quanto programmato. Ne cena, ne doccia.

    House “Con te vicino probabilmente finiamo per morire d’inedia.”

    Cameron “Hei, hai cominciato tu, io volevo solo una doccia.”

    House “La facciamo adesso?”

    Cameron “Si, speriamo che le consegne le facciano anche molto, molto tardi.”

    ------------

    Lei era dannatamente timida, ma quando le mani di lui cominciarono ad insaponarla prese coraggio e cominciò a farlo anche lei.

    House stava usando il bagnoschiuma di Cameron, ora capiva perché la sua pelle sapeva di miele.

    House “Miele è?”

    Cameron “Mi piace il miele.”

    House “Tu lo sai vero che cosa si può fare con il miele quando è molto liquido e magari tiepido?”

    Cameron “L’ho provato una volta, è divertente.”

    House “Cosa? Dimmi che non era il canguro!”

    Cameron “No, non lo era!”

    House “Dio ti ringrazio.” – Sembrando realmente sollevato.

    Cameron “Non è la stessa cosa, ma da qualche parte mi pare di avere una crema per massaggi commestibile.”

    House “Commestibile? Ma principessa! Sei una fonte costante di sorprese!”

    Cameron “Sapessi quante.”

    Lui le insaponò i capelli e lei fece lo stesso, guardandosi negli occhi, era dannatamente piacevole.

    “Che stai combinando House? Parlate di annullamento di matrimonio e poi sei qui che ti diverti a coccolarla e a fare l’amore con lei. Forse lei merita qualcuno di meglio di uno zoppo, misantropo, figlio di puttana, ma se il meglio che il mondo ha da offrire a questa dea è quel maledetto canguro, allora è meglio che te la tieni stretta e mandi al diavolo il resto del mondo.” – Pensò House.

    Si chinò sulla sua bocca e cominciò a baciarla, delicatamente, senza invaderla, solo per trasmettere quella sensazione di benessere che provava dentro e lei ricambiò. Il mondo oggi sembrava un posto migliore di quanto non fosse sembrato a Cameron fino a sabato sera.

    -------------

    Cameron “Buoni questi gamberoni alla piastra.”

    Stavano mangiando seduti sul divano guardandosi negli occhi.

    House “Sta sera tutto mi sembra meglio del solito, anche questo maiale caramellato non è male, di solito non mi piace.” – Mentre si leccava le dita.

    Cameron “Sarà che oggi abbiamo lavorato tanto.”

    House “Mi piace di più l’attività delle ultime due ore a quello di svuotare l’appartamento del canguro.”

    Cameron “Spero che non sia un’attività da ripetere tanto spesso.”

    House “Pensi che si offenda se gli ho preso questo?” – Mostrando un trofeo di atletica.

    Cameron “House! Mi ucciderà! Anzi no, prenderà ad accettate la mia povera specchiera! Quel suo cavolo di trofeo del liceo lo adora è la prima cosa che sistema quando riordina!”

    House “Ops!” – Per nulla dispiaciuto. – “Gli diremo che è finito in uno scatolone per errore.”

    Cameron “Non lo stuzzicare per favore.”

    House “Com’è che lo difendi?” – Offeso e con sguardo crucciato.

    Cameron “Non sto difendendo lui, sto cercando di proteggere te e me. Non voglio che vada nei casini con l’ospedale o che tu ti faccia male.”

    House “Non mi farò male!”

    Cameron “Per piacere! Nemmeno guai, ne abbiamo già a sufficienza.”

    House “Come vuole la mia principessa confetto.” – Le disse mentre le dava un bacio caramellato.

    Lei sorrise e rispose al bacio, adorava quel soprannome, del resto lo Schiaccianoci era da sempre il suo balletto preferito.

    ---------

    Fu di nuovo il momento di stendersi a letto e questa volta non ci fu l’imbarazzo della sera precedente, anche se lei optò per cambiarsi ancora una volta in bagno.

    Le si rannicchiò vicina, lui fece scorrere un braccio attorno alle spalle e la strinse a se. - “Dio quanto è piacevole averla accanto. Certo, il sesso è fantastico, ma è la prima donna con la quale posso pensare di rimanere nello stesso letto senza farci nulla. Quanto Vicodin ho preso oggi? Sette? Otto? Forse nove, non di più. Forse da tutto questo il mio fegato ne esce risanato.”

    Immerse il viso nei suoi capelli e le diede dei piccoli baci fino ad addormentarsi.

    ----------

    Era decisamente stanca e gli occhi volevano solamente chiudersi eppure quella sensazione di benessere la porto a perdersi nei suoi pensieri ed erano tutti piacevoli. - “Lo sapevo, lui è quello giusto per me. Non era un’infatuazione da ragazzina, adoro stare tra le sue braccia, mi da una sensazione di cosa giusta, non mi sento nemmeno in colpa per Robert, del resto lui non si è comportato bene nei miei confronti. Non voglio che mi lasci, ma se dovesse succedere, non lo obbligherò a stare con me, ma mi voglio gustare questi momenti, se viene di più meglio, altrimenti potrò morire soddisfatta.”

    Con il sorriso sulle labbra si addormentò stringendo tra le dita la sua maglietta.

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    Dove eravamo rimasti:
    10 - Benessere: Cameron si trasferisce da House e iniziano la loro vita matrimoniale assieme, ma nessuno dei due riesce a dire all'altro che non vuole l'annullamento del matrimonio, inoltre provano un senso di benessere mentre stanno assieme.

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    11 – Doyle, avvocato Doyle.

    House “A che ora hai detto che abbiamo l’appuntamento con questo avvocato?”

    Cameron “Alle tre.”

    House “Io ho fame.”

    Cameron “La dispensa è vuota! Dobbiamo uscire se vuoi mangiare.”

    House “Non mi va di uscire da questo letto.” – Mentre se la trascinava addosso per l’ennesima volta.

    Lei rise. – “Ancora consegne domicilio?”

    House “No!”

    Cameron “Allora moriremo di fame continuando a fare l’amore.” – Disse ridendo.

    House “Se devi a ritirare il cibo, vuol dire che uscirai da questo letto e ti dovrai pure vestire, io invece ti preferisco nuda!”

    Cameron “Non possiamo passare le prossime due settimane a fare soltanto l’amore. Non che la cosa mi dispiaccia, ma anche mangiare ogni tanto non sarebbe male.”

    House “E’ colpa tua! Abbiamo finito tutto il cinese ieri sera!”

    Cameron “Hei! Chi è stato a dire che era inutile lasciare i ravioli?”

    House “Ok, l’ho detto io, ma guai a te se esci da questo letto.”

    Cameron “E’ mezzogiorno passato e alle tre dobbiamo essere in centro. Sarebbe carino presentarsi dall’avvocato puliti, con degli abiti addosso e senza i crampi per la fame. Non pensi?”

    House “Abbiamo idee molto diverse su cosa sia carino! Per me carino è guardati nuda.”

    Lei si mise a ridere. – “Doccia assieme? Almeno intanto facciamo qualcosa di utile e piacevole allo stesso tempo.”

    House “Mmmm, ok, per sta volta hai vinto principessa, andiamo a fare la doccia.”

    ----------

    House era irrequieto, lo studio di quell’avvocato era lindo e ordinato, sapeva troppo di finto. La segretaria quando li aveva visti, li aveva fatti accomodare su delle poltroncine di morbida pelle. Cameron invece sembrava quieta, forse la parola che più le calzava in quel momento era rassegnata.

    House “Che hai?”

    Cameron “Nulla, pensavo.”

    House “A cosa?”

    Cameron “Al lavoro.”

    House “Siamo da un avvocato divorzista e pensi al lavoro?”

    Cameron “A che altro dovrei pensare?”

    House fece per ribattere, ma venne interrotto.

    Segretaria “Signori House, l’avvocato Doyle vi aspetta. Prego di qua.” – Mentre indicava un corridoio.

    -------------

    L’avvocato Doyle non era certo come se lo aspettavano. Era un ometto quasi calvo, non più alto di un metro e cinquanta e la scogliosi pronunciata gli rubava altri centimetri.

    Doyle “Signori ben venuti. Sono Doyle, avvocato Doyle.”

    Cameron “Grazie.”

    Gli tese la mano sudata, Cameron la strinse, House, come sempre ignorò quella mano tesa.

    House mugugnò e si sprofondò nella poltrona, in quel momento voleva essere in qualsiasi posto tranne che lì in più non riusciva a capire Cameron. Quei pochi giorni assieme erano stati fantastici e ora non faceva nulla per fare in modo che continuassero. Si era forse già stufata di stare con uno zoppo, misogino, figlio di puttana qual era lui? O c’era dell’altro?

    Doyle “Allora la dottoressa Cuddy mi ha esposto brevemente il problema. Avete con voi il certificato di matrimonio?”

    Cameron sorridendo lo tirò fuori. – “Eccolo.”

    Doyle “Grazie bella signora. Ora verifichiamo la sua autenticità.”

    House, alle parole bella signora era scattato in avanti, solo lui poteva fare i complimenti a sua moglie, poi si ricordò che stavano facendo e cercò di riprendere un contegno.

    Doyle “Non c’è dubbio, è autentico.”

    Cameron “Quindi l’annullamento è possibile?”

    Doyle “Bella signora, ora vi farò delle domande intime alle quali mi dovrete rispondere con sincerità.” – La voce era un po’ nasale, forse aveva anche il setto nasale deviato.

    Cameron “Vedremo di accontentarla.”

    Doyle “Lei è con noi signor House?”

    House “Si, più o meno.”

    Doyle “Bene. Prima di contrarre questo matrimonio siete mai stati spostati? Tra di voi o con altre persone.”

    House “No!”

    Cameron “Sono vedova.”

    Doyle “Da quanti anni?”

    Cameron “Nove.”

    L’avvocato Doyle segnò tutto su un blocco, con minuzia e attenzione.

    Doyle “Morte naturale?”

    Cameron “Cancro.”

    Doyle “Cambiamo argomento. Avete figli o bambini in affidamento?”

    Cameron “No.”

    House “Non che io sappia.” – Ghignando.

    Doyle “Cambiamo argomento. Prima di questo matrimonio in che rapporti eravate tra voi?”

    Questa era proprio difficile.

    Cameron “Sono stata l’assistente per tre anni del dottor House e negli ultimi mesi siamo colleghi.”

    Doyle “Nessuna storia di letto tra voi prima di questo matrimonio?”

    Cameron/House “NO!” – Praticamente indignati.

    Doyle “Se vi avessi chiesto, il giorno prima del vostro matrimonio, un paio di parole per descrivere il vostro rapporto che avreste detto.”

    House “Amici.”

    Cameron “Amici e colleghi.”

    Doyle “Bene, molto bene. Visto che volete annullare il matrimonio penso che sia inutile chiedervi se siete stati a letto dopo visto i vostri trascorsi?”

    Cameron “Cambierebbe qualcosa?” – Un po’ preoccupata.

    Doyle “Certamente! Prima di tutto perché diventerebbe divorzio in quanto il matrimonio è stato consumato e poi entrerebbe in gioco la divisione dei beni.”

    House si svegliò dal suo torpore e scattò verso l’omino. – “Divisione dei beni?”

    Doyle “La legge dello stato del Nevada prevede, in assenza di un contratto prematrimoniale, l’unione dei beni, ma questo a voi non dovrebbe interessare visto che non avete consumato il matrimonio.” – Squadrò le loro facce. – “Oppure mi sto sbagliando?”

    Cameron arrossì, House distolse lo sguardo.

    L’avvocato li squadrò con i suoi piccoli occhietti da miope, non gli era sfuggito il comportamento dei loro assistiti. Quella che doveva essere una semplice formalità si stava trasformando in qualcosa di più complesso.

    Doyle “Signori miei, sono il vostro confessore in questo momento, se non mi dite le cose come stanno io non posso aiutarvi.”

    House “Abbiamo consumato!” – Sbottò.

    Doyle “Be, con una donna come la signora chi non l’avrebbe fatto?”

    House voleva picchiarlo con il bastone, ma Cameron gli appoggiò una mano sulla sua e si calmò.

    Cameron “Quindi le cose sono diverse?”

    Doyle “Si certamente. Vivete sotto lo stesso tetto?”

    Cameron “Si.”

    Doyle si prese del tempo per rispondere, il fatto che lei fosse riuscita a calmarlo con il semplice tocco della mano gli stava facendo capire che la loro unione, certamente frettolosa, probabilmente celava qualcosa di più profondo. – “Meglio, se volete il divorzio consensuale, meno pratiche, meno difficoltà, per ora vi conviene continuare a farlo. Ma posso chiedervi perché volete il divorzio? Capisco che Las Vegas sia una città che invoglia a compiere questi passi, ma vi posso assicurare che voi mi sembrate la coppia meno propensa a divorziare da che ho iniziato a fare l’avvocato divorzista.”

    House “E’ complicato.”

    Doyle “Chiaritevi le idee e se avrete ancora questa decisione io sono sempre qua.”

    Cameron “Ci manda via così?”

    Doyle “Che volete che faccia? Avete ingarbugliato la cosa, almeno per quanto riguarda la legge, secondo me per voi invece le cose le state rendendo più facili. Godetevi il matrimonio.”

    Cameron si diresse verso la porta, mentre House si rimetteva in piedi.

    Doyle “Signor House, io non me la farei scappare sua moglie, oltre a essere molto bella sembra anche molto intelligente, una combinazione estremamente rara.”

    House “Visto che è MIA MOGLIE lei si astenga dal guardale il sedere o mi costringerà a comprarmi un bastone nuovo.”

    Cameron non sapeva se gioire per la gelosia che dimostrava House o se difendere Doyle da un sicuro trauma cranico. – “Andiamo House? Arrivederci signor Doyle, sappiamo dove trovarla in caso di bisogno.”

    House squadrò torvo il piccolo avvocato e lasciò la stanza facendo in modo di mettersi tra lo sguardo di Doyle e il fondoschiena di Cameron.

    -----------

    Una volta fuori entrambi sembrarono più tesi di quando c’erano entrati.

    House “Andiamo a casa.”

    Cameron “No, ho bisogno di fare due passi.”

    House “Cosa?”

    Cameron “Ho bisogno di stare da sola, per piacere.”

    Lui rimase sbigottito a quella richiesta. Annuì e se ne andò.

    ----------

    Era già un’ora che Cameron passeggiava a casaccio per un parco cittadino, cercava di schiarirsi le idee.
    “Io che cosa voglio? Continuare a stare da lui ovviamente.
    Ma lui che cosa vuole? Vorrei tanto entrare nella sua testa e sapere che cosa vuole.
    E se volesse far finire tutto? Non posso fare la moglie stronza che lo ostacola, ma con lui come entro nel discorso? A volte è così difficile seguire un suo discorso che mi perdo. E se mi limitassi a continuare a vivere da lui e aspettare che sia lui a buttarmi fuori?
    Forse non sarebbe onesto nei confronti di entrambi, ma è così bello stare tra le sue braccia che egoisticamente voglio che stare con lui il più a lungo possibile.”


    ----------

    House era rientrato a casa subito. Era irrequieto, camminava avanti indietro per l’appartamento. Si sedeva per pochi minuti al pianoforte, ma non riusciva a concentrarsi sulla melodia. La gamba, che in quei giorni si era fatta sentire appena, ritornò prepotentemente la protagonista della sua mente. Ingoiò una manciata di Vicodin senza nemmeno contarle.

    “Ma che diavolo le è preso? È diventata triste perché è sposata sul serio con me? In questi giorni stava andando tutto a gonfie vele! Se fossi stata più convincente sta mattina non saremmo andati da quel idiota di Doyle lei non si sarebbe rattristata. E se non fosse colpa di Doyle? Se fosse lei che non mi vuole? Non ho mai avuto lamentele sulle mie prestazioni, la convivenza con me sta facendo schifo? AHHH maledetta gamba!”

    Aprì la bocca e buttò tutto il restante contenuto del suo flacone di Vicodin.

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    11 - Doyle, avvocato Doyle: Cameron e House vanno dall'avvocato divorzista, che li mette al corrente che non è possibile annullare il matrimonio, in quanto consumato, l'unica soluzione è il divorzio, oppure, continuare il matrimonio che fino a quel momento è stato piacevole. Cameron e House entrano in una spirale di dubbi, ma non hanno il coraggio di affrontare direttamente il discorso tra di loro.

    ----------

    12 – Non mi lasciare


    Tre ore dopo Allison rientrò in casa e lo trovò accasciato al suolo, che si contorceva per il dolore. Fece cadere la busta con le poche provviste che aveva preso per la cena e per la colazione dell’indomani e corse da lui.

    Cameron “Sono qui. Dov’è il Vicodin?” - Accucciandosi accanto a lui.

    House “Finito.” – Biascicò.

    Lei ne rimase stupita, lo aveva visto chiaramente prendere un flacone nuovo prima di uscire di casa, ma non lo rimproverò.

    Cameron “Dove tieni la morfina?”

    House “Libreria … scatola … di metallo.” – Disse a fatica, cercando di prendere fiato tra una parola e l’altra.

    Cameron corse a cercarla, ogni gemito di dolore erano una stilettata per il suo cuore, ricacciò le lacrime da dove venivano, ora non era il momento di piangere. Dopo un lasso di tempo, che a Cameron parve infinito, riuscì ad individuare la scatola di metallo, dovette aiutarsi con una sedia per raggiungerla.

    Con mani tremanti la aprì e trovò tutto il necessario.

    Tornò vicino a lui che si contorceva.

    Cameron “Adesso passa.” – Accarezzandogli il viso.


    Aprì l’incarto della siringa, spezzò la fiala e aspirò il liquido trasparente, quindi gli arrotolò la manica della camicia, strinse il laccio e nella penombra cercò una vena di grosso calibro. Inserì l’ago, quando vide che stava aspirando il sangue, allentò il laccio e lentamente iniziò a infondere la benefica morfina.


    Non sentì nemmeno l’ago bucargli la pelle, ma capì che iniziava ad averla in circolo quando ebbe delle leggere vertigini, Allison se ne accorse e diminuì la pressione sullo stantuffo. Lei non smetteva di guardarlo negli occhi mentre lui cercava di porre termine a quel contatto visivo. Lei l’aveva visto in condizioni peggiori, ma ora si vergognava come un ladro colto in flagranza di reato.


    Poi avvenne il miracolo.

    La sua testa ora era separata dal resto del corpo, che lo percepiva come una vaga sensazione, quasi che non appartenesse più a lui.

    Cameron sfilò l’ago e premette una garza sulla piega del gomito. Gli accarezzò il volto e gli sorrise. Lui non capì il motivo di quel sorriso, ma gli faceva bene anche dentro, quasi fosse un balsamo anche per la sua strana mente. Lei fece per alzarsi.

    House “Non lasciarmi!” – In quel non lasciarmi lui ci mise tutto se stesso, e nel momento in cui lo disse seppe che non voleva che lo lasciasse per sempre.

    Cameron “Non lo faccio, prendo un paio di cuscini e torno, lo prometto.” – Lo baciò delicatamente sulle labbra e gli sorrise ancora. – “Torno subito.”

    Dal divano prese un paio di cuscini e un paio di plaid, sapeva che l’indomani sarebbe stato peggio per la schiena di lui visto, che probabilmente, avrebbero passato l’intera nottata sul freddo pavimento.

    House “Sei tornata.” – Quasi sorpreso.

    Cameron “Io torno sempre da te, non l’hai ancora capito?” – Così dolcemente che a Greg pensò gli si sarebbe spezzato il cuore.

    Con movimenti delicati e molto lenti, riuscì a infilare uno dei plaid sotto il corpo martoriato dal dolore di House, poi gli mise un cuscino sotto il capo. Quando lei iniziò ad armeggiare con i suoi pantaloni lui si riscosse dal suo torpore.

    House “Non vorrai approfittare di me?”

    Cameron “Oh si!” – Sorridendo.

    House “Fantastico.” – Con la voce un po’ distorta dallo stupefacente.

    Lei sorridendo gli sfilò i pantaloni e rimase a guardare la cicatrice, nei giorni passati non avevano toccato l’argomento nemmeno indirettamente, sapeva che era tabù, ma ora, invece, decise di sfidarlo.

    Con l’indice sfiorò quel doloroso ricordo del muscolo che non c’era più.

    House “Quel giorno i sarti migliori erano a farsi un giretto.”

    Cameron “Ti da fastidio?”

    House “Che cosa?”

    Cameron “Se io la tocco? Se io la guardo?”

    House “Se devo essere sincero si.”

    Cameron “Perché?” – Mentre gli posizionava l’altro cuscino sotto la gamba. – “Fa parte di te.”

    House “Non è una cosa di cui andare orgogliosi.”

    Cameron “Nemmeno di vergognarsi, so che come paragone non è un gran che, ma è come la mia cicatrice dell’appendice. Anche se devo dire che quel giorno io ho avuto un chirurgo che ha mi fatto un ricamo più bello del tuo.” – Gli disse sorridendo.

    House “Non ha portato a invalidità permanente.”

    Cameron “No, ma mi ha salvato la vita e quindi ne sono grata.”

    House “Dovrei provare gratitudine?”

    Cameron “Io ne provo per te. Per ogni parte di te.”

    Lui ne fu sorpreso. – “Puoi toccarla se ti va.”

    Lei gli sorrise e si sfregò le mani tra loro, fino a farle diventare più calde e poi le poggiò sulla sua coscia.


    “Dio che calore! Nonostante le sensazioni siano ovattate dalla morfina la posso sentire.” – Questo fu l’ultimo pensiero cosciente di House prima di addormentarsi.


    Lei lasciò per parecchio le mani sulla coscia, lo vide rilassare le spalle, il torace, l’inguine e quando anche braccia e gambe furono rilassare e il respiro regolarizzato lo coprì con l’altro plaid.

    Si stese accanto a lui abbracciandolo e si addormentò placida. – “Non voglio che mi lasci, non dopo questo. Dio quanto l’amo e io che pensavo di averlo scordato.”

    ----------

    La mattina li sorprese ancora abbracciati sul pavimento del soggiorno.

    Un raggio di sole penetrava dalle persiane, che la sera prima non erano state chiuse, colpì Allison in pieno volto e la costrinse a svegliarsi. Strizzò gli occhi e si strinse un pochino di più a lui che ancora dormiva tranquillo. Studiò il suo profilo, con un dito tracciò il suo profilo, poi stese la mano e gli accarezzò la guancia. La barba pizzicava un pochino eppure, la sensazione che si trasmetteva al suo corpo, era di puro piacere. Aveva la schiena un po’ indolenzita per aver dormito sul pavimento, con calma cercò di stiracchiarsi, evitando di spostare il plaid dal corpo di House, suo marito.

    “Allison, ma ti rendi conto che sei sua moglie? A quattro anni da quella maledetta cena non solo hai finalmente fatto l’amore con lui, più e più volte, ma sei sua moglie! Certo, non ricordarsi come e perché ci si è sposati è frustrante, ma anche se finisse tutto, avrai sempre e comunque un legame con lui.” – Sospirò. – “Ma non voglio che finisca! E tu marito mio, che cosa vuoi?” – Guardando intensamente il volto di lui.

    ------------

    Per House, il risveglio consisteva nel ricollegare lentamente, uno a uno tutti i suoi neuroni, mentre questo processo procedeva, riprendeva coscienza di se e del suo corpo e la prima cosa che notò fu l’assenza quasi completa di dolore.

    Concentrò i suoi pensieri sulla gamba, il dolore non proveniva da lì.

    Cercò negli altri distretti e si rese conto che il dolore, quella minuscola sensazione di dolore, veniva dalla schiena. Si mosse un pochino, ma qualcosa bloccava i suoi movimenti. Girò il volto da dove la sensazione di peso era più forte e l’odore di miele lo colpì in pieno.

    “Cameron!” – Poi ricordò la sera precedente. – “Non te ne sei andata, proprio come avevi promesso.”

    Lentamente cominciò ad aprire gli occhi e la vide appoggiata al suo lato sinistro. Con la mano destra cercò di appigliarsi al letto, ma fu sorpreso di afferrasi solo a un plaid, sotto il duro pavimento. – “Ecco perché ho la schiena rigida e indolenzita. Abbiamo dormito sul pavimento!”

    La sentì muovere, la sensazione variava dal puro piacere sessuale al piacere mentale.

    Lui apri gli occhi e incontrò quelli di lei.

    Cameron “Buon giorno!”

    House “Non te ne sei andata?”

    Cameron “No, non me ne vado da qua a meno che tu non mi cacci.”

    House “Sono stato male?”

    Cameron “No! Ho approfittato di te sul pavimento.” – Ridendo.

    House si guardò attorno, vide la scatola di metallo verde e un nodo alla gola gli bloccò il respiro in gola.

    Cameron “Forse è meglio se ci alziamo da qui, il tuo letto è più comodo.”

    Lui la bloccò, ansimava.

    Cameron “Che c’è? Stai male? Dimmi che hai!” – Chiese preoccupata.

    Lui la strinse a se non riuscendo a dire una parola, nascose il capo sul suo seno e mormorò della parole che Cameron non riuscì a comprendere, anche se sembravano decisamente delle scuse. Lei era rimasta spiazzata per pochi secondi, poi lo circondò con le sue braccia e iniziò a baciargli i capelli.

    Cameron “Va tutto bene, non vado via, rimango con te.”

    Dopo qualche minuto si rilassò e lei se ne accorse.

    Cameron “Andiamo in camera, avrai tutta la schiena irrigidita.” – Lei si staccò da lui, alzandosi e gli tese una mano per aiutarlo.

    Lui ignorò quella mano e cercò di appoggio ovunque, ma non da lei.

    Cameron “So che non è da macho accettare l’aiuto di una donna, ma non lo è nemmeno caracollare a terra.”

    House “Il mio bastone?”

    Cameron si guardò attorno, ma non riuscì ad individuarlo. – “No lo…” – Non riuscì a terminare la frase perché, con la coda dell’occhio lo vide ondeggiare pericolosamente. Riuscì a prenderlo un attimo prima che cadesse al suolo.

    House “Letto!”

    Cameron “Ora ci andiamo.”

    Passo dopo passo lui si appoggiò sempre di più a Cameron che sostenne fiera il suo peso. Una volta in camera lo fece stendere sul letto e lo coprì con le lenzuola.

    Cameron “Vado a prenderti qualcosa da mangiare.”

    Lui non disse nulla, non sapeva cosa dire, il suo cervello era nella confusione più totale.

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    Dove eravamo rimasti:
    12 - Non mi lasciare: Cameron rientra a casa dopo la sua passeggiata meditative e trova House che si rotola a terra per il dolore. Lei gli inietta la morfina e finalmente il dolore passa. Trascorrono la notte sul pavimento e al risveglio si chiedono a vicenda di non lasciarsi.

    ----------

    13 – Le regole della casa

    House spalancò gli occhi all’improvviso, doveva essersi addormentato, si mosse nel letto e nella penombra cercò qualcosa.

    Quel qualcosa, o forse era meglio dire quel qualcuno, lo sfiorò. – “Buon giorno per la seconda volta.”

    House “Mi sono addormentato.”

    Cameron “Me ne sono accorta. Vuoi mangiare?”

    House si mise a sedere, ma le vertigini lo presero alla sprovvista.

    Cameron si alzò e corse da lui. – “Guarda verso l’alto. House! Guardami!” – Alzando di un paio di toni la voce.

    Lui alzò lo sguardo timoroso, aveva paura di incontrarvi pena, compassione e invece vi trovò amore e fiducia incondizionata.

    Cameron “Dove vuoi andare?”

    House “In bagno!”

    Cameron “Ok, ma ci andiamo assieme!” – Lui fece per ribattere, ma lei lo bloccò sul nascere. – “Ordini del tuo medico!”

    Lui sorrise. – “Dottoressa, allora mi porta in bagno o la pipì la devo fare a letto?”

    Cameron “Così va meglio. Tieni.” – Disse allungandogli il bastone.

    House “Dov’era?”

    Cameron “In doccia! Dove finirai anche tu a breve! Sei tutto sudato.”

    House “Oh WOW, invece della dottoressa, ho l’infermiera sexy tutta per me!”

    Cameron “Qualcosa del genere, andiamo.” – Ridacchiando.

    -----------

    House “Ho combinato un casino ieri sera.”

    Cameron “Direi di si, venti Vicodin e il dolore c’era ancora, direi che la tua gamba aveva incontrato un autotreno.”

    House “Qualcosa del genere.” – Mentre si passava l’asciugamano tra i capelli umidi. – “Adesso ho fame, ma immagino che non ci sia nulla di commestibile.”

    Cameron “Il cibo indiano che avevo preso ieri sera è finito nella spazzatura seguito da latte e uova, ma abbiamo arance, pane da toast, marmellata alle fragole, burro di arachidi e del bacon.”

    House “Perché le uova e il latte sono finiti nella spazzatura?”

    Cameron “Perché le uova si sono rotte e non mi pareva il caso di bere del latte fresco che aveva passato la notte fuori dal frigorifero.”

    House “Spiegazione interessante. Che proponi?”

    Cameron “Spremuta, toast con del bacon? Mi pare di aver visto del Cheddar in frigorifero. Quanti secoli ha?”

    House “Lo devo aver comperato un paio di giorni prima di partire per Las Vegas.”

    Cameron “Ok, rimani qui che preparo il pranzo. Non ti alzare da solo! Sono stata chiara?”

    House “Cristallina!”

    -------------

    House “Ora mi sento meglio.” – Disse dopo aver spazzolato il magro pranzo che Cameron era riuscita a preparare.

    Cameron “Molto bene, allora è il caso che ti vesti, non puoi stare tutto il giorno con solo l’asciugamano!”

    House “Pensavo che mi preferissi così!”

    Cameron “In realtà ti preferisco senza nulla, ma visto che hai ancora gli strascichi di questa notte di follie è meglio se ti rivesti.”

    Lui la guardò stranito. – “Stai prendendo le miei brutte abitudini! Su di me stanno d’incanto, ma su di te principessa, mi suonano strane, mi fai quasi paura.”

    Cameron “Ed è così che deve essere!” – Con un sorriso malizioso.

    House “Pensi di stare a letto tutto il giorno?”

    Cameron “Abbiamo altro da fare? Tu devi riposare e io finalmente posso dedicarmi alla lettura di Harry Potter and the Deathly Hallows.” – Riappropriandosi del libro che aveva lasciato sul comodino.

    House “E’ un libro per bambini!”

    Cameron “Però a me piace!”

    House “Non eri tu quella che mi diceva di crescere?”

    Cameron “Mai detto! O se l’ho detto mi riferivo ai tuoi atteggiamenti, non ai tuoi giochini!”

    House “Mi porti il mio zaino magico?”

    Cameron “Quello giallo con dentro le tue consolle?”

    House “Esatto!”

    Cameron “Allunga la mano sinistra verso il pavimento e le tue dita lo troveranno!”

    House “Astuta!”

    Cameron “Ora silenzio! Voglio leggere!”

    House “Si padrona!”

    -----------

    House trovò la sua PSP e cominciò a giocare, ma sembrava scontento e irrequieto, sembrava non trovare una posizione comoda.

    Poi, la trovata!

    Si stese in orizzontale sul letto e appoggiò la sua testa sul grembo di Allison, che alzò gli occhi per guardarlo e dopo aver sorriso, riprese la sua interessante lettura.

    -----------

    Cameron “House, possiamo parlare?”

    Erano già passate un paio d’ore da quando lui aveva appoggiato il capo sul suo grembo.

    House “Di cosa?” – Le chiede mentre si scostava da lei per guardarla in volto.

    Cameron “Del Vicodin.”

    House “Non è che la cosa mi attiri molto.” – Scattando i posizione seduta.

    Cameron “Lo so che è un argomento tabù, ma non voglio più trovarti ridotto come ieri sera.”

    House “Cos’è? La vita con un drogato ti ha stufato?” – Diventando aggressivo .

    Lei si mise in ginocchio sul letto e cercò il suo sguardo. – “Non sto dicendo questo, è che mi è sembrato di morire vederti così, non toccherò le tue scorte, non ti farò prediche su quanto ne prendi, ma non voglio aver paura di uscire di casa e di lasciarti solo.”

    House “Dove sei andata ieri pomeriggio?” – Cambiando argomento.

    Cameron “A fare due passi e poi mi sono fermata a prendere la cena e qualcosa per la colazione di oggi.”

    House “Perché hai voluto restare sola?”

    Cameron “Avevo bisogno di pensare.”

    House “Su cosa?”

    Cameron “Su questo matrimonio, su di noi.” – Sussurrando.

    House “A che conclusioni sei arrivata.”

    Cameron “Le conclusioni sul nostro matrimonio le possiamo prendere solo in due, per quanto mi riguarda ti posso dire che questi giorni sono stati fantastici e ho il terrore, che se esco da quella porta, me ne potrei pentire amaramente, ma farò quello che mi chiedi, non sono il tipo che obbliga qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà!”

    House “Vuoi proprio che andiamo avanti con questa storia del divorzio.”

    Cameron “Non è questo che intendevo, ma non eravamo molto in noi quando lo abbiamo fatto.”

    House “Io ricordo solo dei flash, chissà che ci hanno messo dentro nei nostri drink. Che ti ricordi?”

    Cameron “Ricordo la pallina che girava nella roulette, ricordo di essermi portata il tuo bicchiere alle labbra, forse di aver vinto, non ricordo altro.”

    House “Allora deve essere la nostra vincita quella che ho trovato nella mia giacca.”

    Cameron “Eh? Se non ricordo male i soldi puntati erano miei! Fuori la vincita!”

    House “Eh no! Hai sentito l’avvocato? Comunione dei beni!”

    Cameron “Allora domani il pranzo lo paghi tu!”

    House “Vedremo! Intanto diamo un’occhiata alla vincita.”

    House prese la sua giacca e rivoltò le tasche facendo uscire un fascio di banconote e un foglio cadde sul pavimento. House si mise a contare i soldi.

    Cameron “Allora?”

    House “Tremila e ottocento dollari.”

    Cameron “Però! Hei! Che cos’è quel foglio li per terra?” – Lei lo raccolse.

    House “Che è?”

    Cameron “O mio Dio!”

    House “Che cosa c’è scritto? Non farmi morire di curiosità!”

    Cameron “Avete vinto una cerimonia matrimoniale completa. Chiedete di padre August nella cappella del Bellagio.”

    House “E’ uno spreco non usarla.”

    Cameron “E gli sprechi mi danno fastidio.”

    Si guardarono negli occhi allibiti.

    Cameron “Ora sappiamo perché ci siamo sposati.”

    House “Per non sprecare una vincita!”

    Cameron “E ora che facciamo?”

    House “Non siamo stati male in questi giorni.”

    Cameron “Pensavo che non credessi nel matrimonio.”

    House “Non l’ho mai detto. Penso che far funzionare un matrimonio sia molto, molto difficile e conoscendo la mia pigrizia ho sempre pensato che non facesse per me, ma sono anche dell’idea che non mi piace lasciare le cose a metà senza averci provato fino in fondo.”

    Cameron “Mi ricorda molto il caso di Ester.” – Chiuse gli occhi per un istante e con tutto il coraggio che aveva in corpo gli si propose. – “Io ci voglio provare fino in fondo. E tu?”

    House “Si, ci sto! Se va male avremo sempre il numero di quel terrificante avvocato che ci ha consigliato la Cuddy.”

    Cameron “E’ simpatico però!”

    House “Solo perché ti ha fatto i complimenti da quando sei entrata nel suo studio a quando siamo usciti.”

    Cameron “Può essere!” – Disse maliziosa. – “La Cuddy non la prenderà molto bene.”

    House “Non sono affari che la devono riguardare. Non lavoriamo nemmeno nello stesso dipartimento, siamo intoccabili.”

    Cameron “Vero! Però dovremo mettere delle regole.”

    House “Detesto le regole!”

    Cameron “Lo so, però queste sono necessarie.”

    House “Sentiamo.”

    Cameron “Mantengo il mio cognome, soprattutto nel lavoro. Non mi va di essere tacciata come raccomandata o approfittatrice.”

    House “Ci sto e mi sembra equo. Niente pubbliche effusioni, ho una reputazione da difendere.”

    Cameron “Ci sto. Nessuna interferenza lavorativa. Io ti chiedo un consulto e tu lo puoi chiedere a me, ma la decisione finale va a chi ha in cura il paziente.”

    House “Ci sto. Non mi costringerai ad andare al lavoro in orario, tu puoi farlo, io deciderò da come mi gira al momento.”

    Cameron “Ok, ci sto. Il lavoro resta fuori da quella porta, e la nostra vita privata non entra al PPTH.”

    House “Ci sto. Non ti alleerai con la Cuddy per farmi accettare casi o ore in ambulatorio.”

    Cameron “Ci sto. Altre regole da proporre?”

    House “Sesso comunque e ovunque!”

    Cameron “Quando ho detto che la nostra vita privata non entra al PPTH intendevo anche questa parte.”

    House “Ma!”

    Cameron “Già una volta il mio ex capo mi ha sorpreso in uno sgabuzzino, non mi va di ripete l’esperienza.”

    House “E io che volevo farmi trovare da Chase mentre lo stavamo facendo.” – Ridacchiando.

    Cameron “House!” – Portando le mani ai fianchi.

    House “Altra regola.”

    Cameron “Sentiamo.”

    House “In casa ci possiamo chiamare per nome, fuori da quella porta ho sempre la mia reputazione da difendere.”

    Cameron “Non so se ci riuscirò, non ti ho mai chiamato per nome, ma ci possiamo provare.”

    House “Bene!” – Lui trattene il fiato per diversi secondi. – “Ah, per quanto riguarda il Vicodin!”

    Cameron “Si?”

    House “Non succederà più, ok?”

    Cameron “Ok, mi fido!”

    Lui tornò a respirare, quanto che gli erano costate quelle parole. Lei lo ripagò con il suo meraviglioso sorriso.

    House “Ok Allison, che mi fai per cena?” – Per rompere la tensione che si era creata tra loro.

    Rimasero tutti e due immobili e trattennero il fiato, la loro prima vera scena di vita domestica. Poi lentamente ripresero a respirare.

    Cameron “Sai Greg, con quello che c’è nella tua dispensa al massimo posso fare un toast.”

    House “Nostra!”

    Cameron “Cosa?”

    House “Con quello che c’è nella nostra dispensa possiamo fare un toast.”

    Lei gli sorrise. – “Ok, la nostra dispensa è sfornita. Proviamo giapponese sta sera e domani andiamo a fare la spesa?”

    House “Vada per il giapponese, per quanto riguarda la spesa dovrai essere molto, molto convincente.”

    Lei sorrise e si morsicò il labbro inferiore. – “Va bene, vedrò che riesco ad inventarmi. Sushi, sashimi e tempura, vuoi altro?”

    House “Sakè e qualche maki.”

    Cameron “Ok, ora ordino. Ah Greg, penso che per la cena di sta sera possiamo usare i soldi della mia vincita.”

    House “Ok, usiamo i soldi della nostra vincita per la cena, poi li risparmieremo per la mia Wii nuova di zecca. Quando torniamo al lavoro il pranzo ce lo offre Jimmy.”

    Cameron “I soldi per il pranzo ce li abbiamo, perché devi tormentare il povero Wilson.”

    House “Non ci ha nemmeno fatto il regalo di matrimonio.”

    Cameron “Perché tu, gliel’hai mai fatto?”

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    Dove eravamo rimasti:
    13 – Le regole della casa: House e Cameron decidono di provarci fino in fondo con il loro matrimonio e pongono delle regole per la pacifica convivenza.

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    14 – Sono tua

    Attenzione scena non adatta a cardiopatici e minorenni!



    James Wilson era preoccupato per i suoi amici, Cameron e House, che non sentiva da quasi una settimana. Inizialmente aveva pensato di lasciarli da soli per farli riflettere e per non creare pressioni su quella grossa decisione che dovevano prendere, ma ora non ce la faceva più, sapeva che con House, una telefonata non sarebbe bastata per farsi raccontare come stavano le cose, così decise di presentarsi di persona.

    Bussò un paio di volte, ma Freddy Mercury a volume altissimo non avrebbe permesso nemmeno a un cane con il miglior udito possibile di sentire che cosa stava succedendo all’interno della casa. Decise così di usare la chiave di scorta ed entrò temendo il peggio. La musica a quei livelli non era mai un buon segno.
    Rimase fermo all’ingresso, la musica improvvisamente si era abbassata e ora sentiva delle voci, le loro voci.

    House “Perché hai abbassato?”

    Cameron “Perché non riesco a concentrarmi in quello che sto facendo.”

    House “E che ci vuole a infilarlo? Non sarà mica la prima volta che lo fai.”

    Cameron “Ovviamente no, ma non guasterebbe se tu me dessi una mano.”


    Wilson era sbiancato, le voci provenivano dalla camera da letto e un sospetto iniziò a insinuarsi nella sua mente.


    House “Sei tu che hai voluto provare questo nuovo!”

    Cameron “E’ un po’ più grande di quello che immaginavo.”

    House “Dimmi che devo fare, altrimenti facciamo notte e non facciamo nulla di quello che avevamo in mente.”

    Cameron “Aiuterebbe se la smettessi di muoverti da una parte all’altra. Tieni fermo i lembi mentre io lo infilo.”

    House “Così?”

    Cameron “Fantastico!”



    Wilson arrossì, era morbosamente curioso di sapere come andavano i rapporti, ma non voleva ascoltare un probabile rapporto sessuale dei suoi amici e poi, se facevano del sesso, le cose non andavano poi così male, ma con House non si era mai certi di nulla.


    House “Meglio di quello che credevo. Calza come un guanto!”

    Cameron “Te l’avevo detto, ogni tanto dovresti darmi più fiducia.”

    House “Adesso non esagerare! Con la fatica che abbiamo fatto è una fortuna se non si è ammosciato tutto.”

    Cameron rise. – “Ottimo! Questo è a posto.”



    Wilson era come bloccato nell’indecisione. Andare via e rimanere con il dubbio di come il rapporto dei suoi amici progrediva o rimanere e rischiare di sentire i due che si apprestavano a fare del sesso.


    House entrò nel soggiorno. – “Ciao Wilson, come mai qui?” – Mentre si tirava si allacciava uno dei bottoni dei jeans

    Cameron “Ciao Wilson.” – Passandosi le mani tra i capelli.

    Wilson boccheggiò.

    Cameron “Wilson ti senti male?”

    House “E’ vero non hai un bell’aspetto.”

    Wilson “Io, ecco… volevo … sapere come state!” – Timidamente.

    House “Bene, Wilson che hai? È successo qualcosa?” – Perplesso.

    Wilson “Voi che stavate facendo di là?”

    Cameron “Stavamo infilando il nuovo copri piumino. Perché?”

    Wilson si rilassò, aveva frainteso.

    House “Che pensavi che stessimo facendo?” – Lo guardò con occhi socchiusi e poi arrivò l’illuminazione. – “Tu eri convinto che noi stessimo facendo del sesso?” – Puntandogli contro un dito.

    Wilson arrossì vistosamente. – “Be ecco io… ero preoccupato per te! Ho bussato, ma non mi hai sentito per via della musica alta, con te non è mai un bel segno così sono entrato, non volevo spiarvi, me ne stavo giusto andando.”

    Cameron ridacchiò – “Ormai sei qui Wilson, rimani. Possiamo offrirti qualcosa? Un caffè?”

    Wilson “Scotch meglio, doppio sarebbe fantastico.”

    Cameron andò in cucina a prendere bottiglia e bicchieri.

    House “Tu e i tuoi pensieri impuri! Comunque che volevi?”

    Wilson si guardò attorno ancora sconvolto. – “Volevo sapere che avete deciso.”

    House “Ti manda la Cuddy?”

    Wilson “NO! Io pensavo che tra Vicodin e alcol fossi ridotto peggio di una larva.”

    House “Perché?”

    Wilson “Beh dopo Stacy…”

    House “Cameron non è Stacy!”

    Wilson “Su questo non ci piove! Stacy non era mica riuscita a sposarti!” – Cercando di fare dello humour per allentare la tensione.

    House “Abbiamo deciso che siamo sposati e quindi tanto vale rimanerci.”

    Wilson “Fantastico.”

    House “Faremo in modo di durare almeno più del tuo matrimonio più lungo. Il primo giusto?”

    Wilson “Si.” – Bisbigliò, House non la smetteva di prenderlo in giro neanche quando era di buon umore, per quanto tagliente, non era cattiva come battuta.

    Cameron “Tieni il tuo Scotch.”

    Wilson “Grazie. Allora che mi raccontate ragazzi?”

    ----------

    Era venerdì mattina e la loro licenza matrimoniale era agli sgoccioli.

    House “Chi era alla porta?” – Mentre si stiracchiava nel letto.

    Cameron “Il postino.”

    House “Posta? In questa casa?”

    Cameron “Era per me.”

    House “Vivi qui da meno di due settimane e già hai posta, io che ci vivo da più di quindici anni, ricevo solo le bollette. Chi ti scrive?”

    Lei ignorò la domanda. – “Sta sera ti va di uscire?”

    House “Pensavo che l’avessi capito che con i ristoranti non vanno d’accordo con noi.”

    Cameron “Non parlavo di ristoranti.”

    House “E di cosa allora?”

    Cameron “Monster Truck?”

    House “Ci vogliono i pass per divertirsi sul serio, i biglietti delle gradinate non valgono il disturbo.”

    Cameron “I pass possono essere come questi?” – Chiese sventolandoglieli praticamente in faccia.

    Lui li afferrò. – “Come hai fatto ad ottenerli?”

    Cameron “Conosco un bagarino.”

    House “La mia principessa dalle mille sorprese.” – Baciandola con impeto.

    Cameron “Lo prendo per un si?”

    House “Oh si.” – E le sfilò la maglietta che si era messa per andare alla porta.

    Le succhiò i capezzoli con forza e lei gemette di passione inarcando la schiena. Fece scorrere la lingua tra i solchi dei seni e poi cominciò a disegnare delle spirali con la lingua attorno a capezzolo, solo vederlo inturgidirsi, provocò in Greg la voglia di prenderla seduta stante, ma desiderava darle piacere, il più a lungo possibile.

    La fece stendere sul letto. Cominciò a sfiorarla usando la punta dei polpastrelli, lei lo guardava piena di fiducia.

    Lui si soffermò sulle labbra, tracciando più e più volte il contorno. Poi le carezze si spostarono sul collo, scostò i capelli di lei e la morsicò.

    Lei urlò. Il dolore fu improvviso, intenso, bruciante ed eccitante.

    House “Questo vuol dire che sei mia.”

    Cameron “Si sono tua.”

    Lui riprese a sfiorarla delicatamente, una volta arrivato all’ombelico la lecco e poi soffiò sulla pelle umida, lei inarcò la schiena emettendo gemiti di piacere. Lui sprofondò il volto nel suo grembo e la tenne stretta a se.

    Lei gli mise le mani tra i capelli e lo strinse a se ancora di più. Lui sollevò il viso per incontrare gli occhi di lei e quando questo avvenne, si sentì ricolmo di felicità, forse di amore.

    Le sfilò delicatamente gli slip, le allargò un poco le gambe, ma si limitò a soffiare dolcemente nella sua intimità. Lei si contorse per il piacere e il desiderio che le cresceva dentro.

    Le allargò ulteriormente le cosce, continuando a sfiorarla con delicatezza, avvicinò le labbra all’interno coscia, dapprima le diede dei rapidi e delicati baci poi, senza preavviso, la morse con forza.

    Lei scattò in avanti con il busto e urlò con tutto il fiato che aveva in gola, quindi collassò sul materasso.

    House “E questo era per dirti quanto ti desidero.” – Con voce quasi baritonale. Il morso era già violaceo, riprese a darle dei piccoli baci dove aveva lasciato il suo marchio.

    Cameron “Tu mi vuoi portare alla follia.”

    House “Tu mi ci hai già portato piccola.” – Riprendendo a baciare l’interno coscia.

    Invece di concentrarsi sul monte di Venere, scese a baciarle le ginocchia, fino ad arrivare alle dita dei piedi.
    Afferrò saldamente il piede e iniziò a farle il solletico.

    Lei scoppiò a ridere, cercando di liberare il piede da quella morsa.

    Cameron “Non è giusto!”

    House “Cosa non è giusto?”

    Cameron “Tu non soffri il solletico!”

    House “A questo mondo Principessa, non c’è proprio giustizia.”

    Lei cercò di mettersi seduta, ma lui la spinse nuovamente verso i cuscini.

    House “Non ho mica finito.”

    Cameron “Lo spero proprio! È che volevo divertirmi un po’ anch’io!”

    House “No! Questo è il mio turno. Ti sei divertita prima a torturarmi!”

    Lei lo guardò con malizia. – “Tutto perché me la sono presa con calma a toglierti il miele di dosso!”

    House “No! Tutto perché hai finito il miele e ora io non posso fare lo stesso con te!”

    Cameron “Se vuoi vado a ricomprarlo!” – Mentre cercava di scendere dal letto.

    House “Non ci pensare nemmeno! Andiamo a vedere i Monster Truck sta sera, se non fosse che sono divertenti e che hai trovato i pass, noi non ci alzeremmo da questo letto fino a lunedì mattina.”

    Cameron “Interessante dottor House! Mancano ancore sei ore all’inizio dello spettacolo, mi vuoi torturare fino ad allora?”

    House “Potrebbe essere una buona idea.” – Mentre gli spuntava un sorriso cattivo.

    Si portò alla bocca il piede e iniziò a baciarglielo, dalla caviglia alla punta delle dita. Poi iniziò a succhiarle le dita del piede, una ad una.

    Lei emise un gridolino di piacere e stupore. – “Non pensavo che potessi essere un feticista dei piedi.”

    House “Non lo sono mai stato, ma non c’è una parte del tuo corpo che butterei.” – Mentre riprendeva la sua lenta e piacevole tortura.

    Le dita del piede erano bagnate di saliva e quando lui le soffiò sopra lei si ritrovò dover a gestire i brividi che le correvano lungo il corpo.

    Riprese a baciarla e questa volta ricominciò la risalita cominciando dall’altro piede. Risalì fino al ginocchio, concentrandosi sempre su un lembo di pelle per volta, voleva farle provare ogni sorta di sensazioni.

    Quando tornò all’altezza dell’inguine le fece riaprire le cosce e rimase in contemplazione della sua femminilità.

    Il sesso di lei era luccicante, decisamente Allison era fradicia dal desiderio.

    House “Sei sicura che vuoi proprio me Allison?”

    Cameron “In questi giorni ti ho dato modo di pensare che non voglio proprio te?” – Chiese puntellandosi sui gomiti, cercando il contatto visivo con lui.

    Lui distolse lo sguardo dalla sua intimità e la guardò. – “E’ che sei così bella!”

    Cameron “E a me vai bene tu, ti trovo decisamente sexy e non ti devo dividere con nessuno, il sogno della mia vita.”

    House “E se ti stanchi di me?”

    Un lampo di nervosismo passò negli occhi di Cameron. Tirò le gambe a se, negando così la vista tanto piacevole per Greg. Ruotò su se stessa e poggiò le gambe per terra.

    House “Che c’è!”

    Cameron “Mi hai stancato Greg!”

    House “Ma cosa?”

    Lui cercò di correrle dietro, ma la porta del bagno si chiuse violentemente. Da fuori Greg sentì nettamente la chiave girare nella toppa. Lui rimase lì, imbambolato a guardare la porta non sapendo che fare.

    “Grande Greg! Hai battuto il record di Jimmy! Più veloce di così si muore.”

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    Preview: Ti voglio

     
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  15. Aleki77
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    Dove eravamo rimasti:
    14 - Sono tua!: Wilson va a casa dei nostri eroi per vedere che cosa hanno deciso, ma si trova in imbarazzo su quanto sente, in realtà infilavano il copripiumino. Cameron trova i Pass per andare a vedere i Monster Truk e per ringraziarla, Greg decide di fare un pò di sana ginnastica, solo che...

    -----------

    15 – Ti voglio!

    Attenzione scena da ripetere solo con qualcuno della massima fiducia! Ovviamente scena non adatta a ... bla bla bla ... le solite cose che sapete già!



    House era di fronte alla porta del bagno da almeno dieci minuti e l’unico rumore che si sentiva provenire da lì dentro era lo scrosciare dell’acqua: ad un tratto, si interruppe anche quello.

    La porta improvvisamente si spalancò.

    Greg per lo spavento fece un mezzo balzo indietro, rischiando di inciampare nel suo stesso bastone.

    Davanti a se c’era una Cameron furibonda: le ciocche dei capelli bagnati attaccate al viso e il corpo avvolto in un asciugamano facevano risaltare la sua bellezza e la sua furia...

    Lei si avvicinò a lui puntandogli il dito contro il petto. – “Certo che sei proprio scemo! Diagnosta dalla mente brillante che risolve gli enigmi più difficili presenti nella medicina contemporanea, non capisce le cose quando invece sono chiare, semplici e alla luce del sole!”

    House “Allison io,…”

    Cameron “No adesso tu stai zitto!” – Lo costrinse al muro. – “Rispondi solo quando te lo chiedo io! Chiaro?”

    Lui non si fidò ad usare la voce, si limitò ad annuire.

    Cameron “Bene! Vedo che ci siamo capiti!”

    Lui deglutì rumorosamente, aveva paura di lei.

    Cameron “Siamo sposati, non l’avevamo pianificato, ma a me non importa, mi va bene così. Tu mi hai chiesto di non lasciarti e di provarci fino in fondo e io sono qua che ci provo davvero. Ma poi te ne esci tu con questi discorsi del cavolo e mi fai riconsiderare tutto! Facciamo l’amore sempre, comunque e ovunque, magari abbiamo poco contatto con il mondo esterno, ma non me ne frega niente! Questa è la nostra luna di miele! Poi mi chiedi se sono tua e io di ti dico di si. Dici che mi desideri, io faccio di tutto per farti capire che anch’io ti desidero e poi tu te ne salti fuori con la domanda “e se mi stanco di te”?! Ma sei scemo o cosa? Non hai ancora capito che sono quattro anni che voglio te!? Quattro anni che avevo la possibilità di scappare, di andarmene e nel momento stesso in cui l’ho fatto me ne sono pentita amaramente tornando sui miei passi, perché io voglio te e nessun altro. Spiegami Greg come funziona il tuo cervello? Io sono qui, davanti a te, che ti dico che non voglio nessun altro perché probabilmente smetterei di respirare se mi dicessi che mi lasci e tu mi chiedi se io mi stancherò di te!? Tu mi vuoi o no? Se non mi vuoi dimmelo ora! Raccolgo le mie cose e me ne vado. Subito!”

    Lui rimase immobile a guardarla negli occhi.

    Cameron “Rispondimi, ti prego.” - La foga e la rabbia di prima era stata cancellata dal dolore che Allison stava provando dentro di sé.

    House si leccò le labbra: era stupito da quella donna, era così piena di passione che un po’ lo spaventava. Rimase in silenzio, immobile a guardarla.

    Lei lo fronteggiò per diversi minuti, poi abbassò lo sguardo rassegnata. – “Bene raccolgo le mie cose e me ne vado in albergo.”

    Lui la prese per la vita e la tirò a sé. Per un attimo lei oppose resistenza, ma poi si adagiò su quel corpo, che in quelle due settimane ormai aveva imparato a conoscere quanto e più del proprio. Fece aderire la schiena al ventre di lui, ma ostinatamente guardò dritto di fronte a se.

    Lui le mormorò all’orecchio. – “Io ti voglio. Ti voglio per me e per nessun altro. Detesto portati fuori di qui perché non voglio che la gente ti veda, perché tu sei mia, solo mia. Detesto vedere i commessi che ti guardano il sedere mentre ti allunghi per prendere la scatola di piselli sul ripiano più in alto.” – L’abbraccio di lui si fece più prepotente sul corpo di lei, dopo che lui ebbe fatto cadere il bastone con un rumore sordo. – “Ho detestato ogni secondo passato a saperti tra le braccia del canguro. So già che detesterò lunedì perché non potrò più allungare una mano e trovarti subito accanto a me. Perché io ti voglio con ogni cellula del mio organismo, ogni mia cellula celebrale è concentrata su di te, su ogni tuo movimento, su ogni tua espressione, su ogni tuo odore, ogni tua parola è memorizzata dentro di me e so già che lunedì passerò il mio tempo a cercare di ricordare ogni singolo secondo di quanto abbiamo fatto in queste due fantastiche settimane. Ora, io non so cosa sia questo, ma so per certo che ti voglio, qui, ora e subito e che ti vorrò probabilmente per molto tempo ancora.”

    Lei era spaventata ed eccitata allo stesso tempo, nessun uomo l’aveva mai desiderata con la stessa passione. Con voce piena di passione sussurrò. – “Allora dimostramelo.” – Gli prese una mano e la accompagnò sotto l’asciugamano, fino a fargli raggiungere il proprio sesso.

    Lui rimase colpito da quella mossa così audace, ma mosse leggermente le dita tra la carne umida e bagnata: un scossa di piacere gli investì in pieno i lombi e tutta l’eccitazione, che pensava essere scomparsa poco prima, ritornò a farsi sentire prepotentemente.

    Lei sospirò, abbandonandosi ancora di più a lui.

    Le dita di lui si concentrarono prima sul clitoride, stuzzicandoglielo, quanto bastava per sentirla tremare addosso a se. Le aprì l’asciugamano, che rimase incastrato tra i loro corpi, e le strinse un seno, per poi pizzicarle leggermente il capezzolo già inturgidito. Le scostò i capelli bagnati dal collo e dalle spalle, prima di poggiarvi delicatamente le labbra e ricominciare in seguito a mordicchiare la morbida pelle.

    Con la mano destra Greg continuò a muoversi nella vagina di Allison, penetrandola con le dita più e più volte, mentre occasionalmente le stuzzicava il clitoride. Con la mano sinistra continuò a stringerle il seno e a pizzicarla senza darle tregua, mentre con le labbra e con i denti le torturò quella porzione di pelle e carne che unisce spalla e collo.

    Allison era preda delle scosse provocate da quel piacere che le stava arrivando tutto in una volta. Una piccola parte di sé volle dare piacere a lui e allungando una mano dietro di sé cercò di stuzzicargli il pene che le spingeva insistentemente contro la schiena.

    House “No! Lascia che sia io a darti piacere, per me c’è tempo, dopo, ora voglio che tu ti concentri solo su te stessa. Ti sto dando piacere Allison?” – Glielo disse con voce resa roca e bassa dal piacere che stava provando.

    Cameron “Oh si Greg, me ne stai dando.” – Sussurrò.

    Lei chiuse gli occhi e si abbandonò completamente a lui: non si era mai fidata così di un uomo, ma soprattutto nessun uomo aveva mai pensato prima al suo piacere piuttosto che al proprio.

    Le mani di Greg non rimasero mai ferme: continuarono a stringere, premere, entrare e uscire e lui sentì che lei stava per arrivare, così aumentò i movimenti della sua mano destra. L’essere pianista aveva i suoi vantaggi: poteva muovere le mani in modo distinto e mantenere separati i due ritmi.

    Quando Greg sentì Allison aumentare i movimenti del bacino contro il suo e sentì i muscoli di lei contrarsi capì che sarebbe venuta presto: aumentò ulteriormente il ritmo ed entrò in lei con le dita più profondamente.

    Cameron “Greg … sto per…”

    House “Shhhhhh, lo sento.” – Gli disse rassicurante.

    Lei si tese nello spasmo finale e urlò con quanto fiato aveva in gola: in quello stesso istante Greg le morsicò profondamente sulla spalla, mentre con le dita non la smetteva di saccheggiarla.

    Greg con le dita, poté sentire le contrazioni del collo dell’utero e venne investito in pieno dal liquido salmastro che gli ricoprì la mano e che colò in parte sulle cosce di lei.

    Allison si accasciò su Greg che la sostenne.

    ------------

    Le candide lenzuola erano scomposte, due corpi giacevano uno accanto all’altro: lui le accarezzava la schiena, mentre lei sembrava dormire prona.
    Greg le accarezzò il collo dove le aveva lasciato almeno due lividi evidenti e prese a baciarglieli, con delicatezza senza fretta.

    Poi lei si mosse e voltò il capo verso di lui. – “Buona sera.”

    House “Buona sera anche a te.” – Con voce suadente – “Penso che abbiamo appena perso l’inizio dello spettacolo.”

    Cameron “Non mi importa poi molto.”

    House “Nemmeno a me.”

    Cameron “Che hai?”

    House “Sono perplesso.” – Con la fronte corrugata.

    Cameron “E perché?”

    House “Hai lasciato che io ti mordessi.”

    Cameron “E allora?” - Stupita.

    House “Ti ho rovinato la pelle.”

    Cameron “Se la smetti di mordermi nello stesso punto guarirà.”

    House “E’ un invito a morderti altrove?”

    Cameron “Solo se posso farlo a mia volta.” – Rispose maliziosa.

    House “Ti piace che vada in giro con il collo ricoperto di lividi?!”

    Cameron “Certo, così le altre donne sapranno che sei mio!” – Dandogli un bacio a fior di labbra.

    House “Pensi che questo si vedrà ancora lunedì?” – Sfiorando un livido sul collo di lei.

    Cameron si tastò il collo. – “Da come mi fa male, direi proprio di si.”

    House “Bene! Voglio che il canguro lo veda bene e non ti si avvicini.”

    Cameron “Non lo farà comunque, fidati.” – Sospirò. – “Non sono molto contenta di dover affrontare la Cuddy. In questi giorni non si è mai fatta sentire, il che per noi è un bene, ma sembra tenere di più all’ospedale che alle singole persone.”

    House “E’ il suo lavoro, ecco perché io accetto un singolo caso alla volta, non voglio conflitti di interesse.”

    Cameron “Sarà un conflitto di interessi per noi?”

    House “No, sei mia moglie, ma in ospedale sarai un medico come gli altri.”

    Cameron “So che vuoi bene a Wilson e vedo come lo tratti, tremo al pensiero di come tratterai me.”

    House “Io con Wilson mica ci vado a letto!”

    Cameron “Per fortuna o dovrei riconsiderare la faccenda dell’essere sposati.” – Ridacchiando.

    House “Non ci provare.” – Lui la tirò a se e iniziò a baciarla.

    Cameron “Non abbiamo fatto sesso a sufficienza per oggi?”

    House “Scherzi vero? Siamo solo al quarto round.”

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