Inside You [VM18]

L'amore è diverso da ciò che avevo immaginato

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  1. Aleki77
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    TITOLO: Inside You
    AUTORE: <cameron> & Aleki77Aleki77
    PAIRING: House/Cameron
    RATING: VM18
    SPOILER: No
    TIPOLOGIA: Long-Fic
    GENERE: Drammatico/Romantico
    TRAMA: dopo molte remore, Cameron decide, finalmente, di telefonare a Wilson. Cosa avrà di così importante da comunicargli?
    AVVERTENZE: Angst (ovviamente! Conoscendo le autrici! ;) )



    Inside you





    CAPITOLO 1: -231 giorni

    Cameron guardò ripetutamente l’orologio appeso al muro nel giro di pochi minuti. Quella mattina al PS era stato un caos con un andirivieni incessante di pazienti, cartelle cliniche da compilare, medicazioni e suture da effettuare, esami da prescrivere. Agognava la tanto attesa pausa pranzo. Allo scoccare delle 12.30 si occupò di terminare la cartella clinica del suo ultimo paziente e si recò al telefono presente alla reception del PS. Si sedette sulla sedia girevole e a lungo osservò il telefono, indecisa sul da farsi. Rimandava da giorni questa telefonata, sperando sempre che all’ultimo minuto la mente le avrebbe mostrato un’alternativa differente ma così non era stato e questa soluzione sembrava davvero l’unica, almeno per il momento.

    Afferrò con presa decisa il telefono e premette il tasto per mettersi in contatto col centralino.

    “Centralino Princeton Plaisboro Teaching Hospital, mi dica?” - rispose gentile la donna dall’altra parte del telefono.

    “Salve, sono la Dr.ssa Cameron, potrebbe mettermi in contatto con l’ufficio del Dr. Wilson?” - chiese cercando di apparir professionale e non mostrare il tremolio e l’insicurezza della sua voce.

    “Certo, la metto subito in collegamento”

    “Grazie” - attese qualche secondo, concentrandosi sul beep proveniente dalla cornetta, finchè una gentile voce maschile rispose - “Dr.Wilson”

    “Wilson, sono Cameron ehm...” - tutti i discorsi che aveva ripetuto interminabilmente nella sua mente negli ultimi giorni sembravano essersi cancellati istantaneamente, lasciandola senza parole.

    “Ciao Cameron, come va? Sei giù al PS? “ - le chiese, affabile come sempre.

    “Si, sono ancora qui, ora sono in pausa pranzo finalmente, è stata una mattinata infernale...“ - avvertì l’uomo ridacchiare dall’altro lato del telefono prima di udire qualcosa di bisbigliato.

    “Wilson ma ti disturbo? Se vuoi posso richiamarti in un altro momento...” - si apprestò prontamente a chiedere.

    “No, no, figurati, è passata un attimo un’infermiera a ritirare una cartella clinica. Non mi disturbi affatto. Dimmi tutto” - disse con estrema gentilezza Wilson.

    “Ehm...” - abbassò il tono della voce e avvicinò maggiormente la cornetta alla bocca per impedire che la gente intorno a lei, medici, infermieri e pazienti potessero ascoltare la sua telefonata - “...dovrei parlarti...in privato” - aggiunse le ultime parole titubante.

    Inizialmente ci fu silenzio dall’altra parte del telefono e solo dopo pochi secondi che a lei parvero interminabili, Wilson rispose, cercando di nascondere al meglio la sorpresa e un pizzico di curiosità - “sì, certo, presumo sia una cosa seria...ci incontriamo quando finisci il tuo turno, va bene?”

    “Sì, però preferirei non restare in ospedale…spero non ci siano problemi per te, non voglio assolutamente crearti problemi...” - il semplice fatto che Wilson avesse accettato la faceva sentir meglio, quasi più leggera.

    “Non ti preoccupare, stasera sono libero, se ti va possiamo andar a bere qualcosa...”

    “Ok, perfetto...” - rispose sollevata, più di quanto immaginasse.

    “Allora ci incontriamo alle 20 al Marc’s Cafè, ok?” - propose l’oncologo.

    “Benissimo...Allora a stasera!”

    “Certo, a dopo!”

    “Ah Wilson!!” - lo chiamò subito Cameron prima che l’oncologo potesse mettere giù.

    “sì...” - ripose sorpreso

    "...grazie” - sicuro, genuino, sincero. Potè percepire l’oncologo sorridere al di là del telefono.

    “Ma figurati, per così poco” - e la conversazione terminò.

    Cameron rimase con la cornetta in mano e lo sguardo persa nel vuoto pensando a quanto l’incontro di quella sera fosse importante per lei, nonostante l’oncologo non potesse nemmeno lontanamente immaginarlo.

    Ripose la cornetta e si diresse in caffetteria per pranzare nonostante non avesse per nulla fame e l’ansia per l’incontro di quella sera iniziava a crescerle dentro.
     
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24 replies since 29/8/2009, 16:23   1062 views
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