Inside You [VM18]

L'amore è diverso da ciò che avevo immaginato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. <cameron>
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Università, congressi, ospedali e simili ci stanno tenendo super impegnate, ma oggi abbiamo pensato bene di darvi ancora un po' del nostro piccolo sogno. Buona lettura


    CAPITOLO 5 - Parte a: -227 giorni


    Passarono due giorni nei quali Cameron non ebbe il tempo, a causa della grande quantità di lavoro al PS, ma soprattutto la forza e il coraggio di risalire a diagnostica per parlare con House.

    La mattina del terzo giorno si svegliò prima che la sveglia suonasse con la fronte imperlata di sudore, scossa da piccoli brividi e appena aprì gli occhi una fortissima sensazione di nausea la pervase tanto che si alzò di corsa dal letto per raggiungere il bagno e riversare nel water il contenuto del suo stomaco con la cena leggera della sera prima. Restò per qualche minuto seduta sul pavimento del bagno con la fronte appoggiata sulle fredde piastrelle della parete prima di alzarsi appoggiandosi al bordo del lavandino e lavarsi i denti e il viso con abbondante acqua fredda. Alzò il suo sguardo e vide il suo volto pallido e segnato dalle occhiaie riflesso nello specchio.

    Diede ufficialmente il benvenuto alle famose e tanto chiacchierate nausee mattutine e per un attimo il suo viso si rabbuiò ulteriormente. Si arrabbiò con se stessa perché la maggior parte delle donne accoglie questi “effetti collaterali” della gravidanza con apparente felicità e invece lei era lì, sola, triste ed incasinata a vivere la prima, reale, concreta testimonianza dell’esistenza di suo figlio. Sì, suo figlio, perché pensare che fosse loro figlio faceva troppo male.

    Decise che non avrebbe aspettato un giorno in più per parlare con House. Suo figlio era lì e meritava ogni singola possibilità che il mondo potesse offrirle e anche se le possibilità che House accettasse questa gravidanza e questo bambino fossero state infinitesimali lei aveva il dovere di provarci, non tanto per lei ma per quel bambino che non aveva colpe.

    Si ricompose in fretta e dopo una rapida doccia e colazione si recò in ospedale. Salì subito a diagnostica senza passar dal pronto soccorso, quella mattina le sue priorità erano differenti.

    Come facilmente poteva immaginare a quell’ora House non era arrivato e nell’ufficio c’erano solo Tredici e Kutner. Parlò con Tredici chiedendole gentilmente di riferire ad House, quando si fosse degnato di arrivar a lavoro, che lo aveva cercato e di contattarla o passare giù dal PS per una questione urgente di cui aveva bisogno di parlargli.

    Il lavoro l’aveva completamente assorbita per il resto della giornata distraendola apparentemente dai suoi pensieri. Nonostante ciò aveva guardato centinaia di volte il suo cercapersone sperando in un suo messaggio e l’entrata del PS sperando di vederlo apparire da un momento all’altro con la sua andatura claudicante, il suo bastone, il ghigno beffardo, qualche maglietta dalle stampe orribili e una delle sue solite bevande ipercaloriche in mano.

    Col passare delle ore l’ospedale iniziò a svuotarsi e sapeva che se non si fosse sbrigata non sarebbe riuscito ad incontrarlo e un altro giorno sarebbe passato.

    Quando ebbe sistemato l’ultimo paziente, senza passar dagli spogliatoi per cambiarsi, raggiunse di corsa diagnostica per trovar l’ufficio di House completamente al buio e Taub nell’ufficio comune intendo a riordinare le ultime cose.

    Il chirurgo plastico notò subito la donna nel corridoio e radunando in fretta le sue cose uscì dall’ufficio per raggiungerla - “Ciao Cameron” - sorrise gentilmente.

    “Ciao...ehm...sai dove...” - chiese, ma fu interrotta prontamente da Taub che aveva facilmente intuito la sua domanda - “se cerchi House è andato via più o meno...” - fece una pausa per controllare il proprio orologio da polso - “...si, tre ore fa”.

    Cameron lo guardò esterrefatta nonostante non fosse nuova a questo tipo di comportamento da parte di House.

    Taub continuò - “la scusa ufficiale è stata: ‘ho mio figlio con la febbre devo subito tornare a casa, una questione di vita o di morte’, quella ufficiosa penso sia la partita in tv o qualche gara, imperdibile, dei monster truck” - terminò l’uomo annoiato.

    Cameron sorrise sconvolta e un po’ isterica pensando all’assurdità della situazione e a quanto la vita e il destino sappiano a volte essere beffardi...suo figlio!! Se solo avesse saputo.

    Ringraziò gentilmente Taub e gli augurò una buona serata prima di incamminarsi frustrata verso gli ascensori.

    Compì il solito rituale che sanciva la fine della sua giornata di lavoro ed entrata in macchina lanciò la borsa sul sedile del passeggero, mise in moto e si lanciò alla sfrenata ricerca di qualcosa di vagamente ascoltabile in radio. Aveva bisogno di tener la mente occupata e soprattutto di rilassarsi un po’ e la musica aveva sempre questo potere benefico su di lei. Uscì dal parcheggio dell’ospedale e dopo un paio di incroci si immise sulla strada che l’avrebbe portata al suo nuovo e molto temporaneo appartamento. Scansò rapidamente stazioni radiofoniche in cui trasmettevano rock e metal e dopo qualche minuto si imbatté finalmente nella voce soft di uno speaker: ‘Buonanotte Princeton...e che sia per tutti voi, ascoltatori solitari, una notte magica...LOVE FM’

    Cameron roteò gli occhi, non erano decisamente quel tipo di frequenza e canzoni di cui aveva bisogno in quel momento. Staccò una mano dal volante e si apprestò a cambiar prontamente stazione quando le prime note della canzone la invasero:

    I was never alive
    'Til the day I was blessed with you.
    When I hold you late at night,
    I know what I was put here to do.
    I turn off the world and listen to you sigh,
    And I will sing my Angel's Lullaby.



    Avrebbe voluto, dovuto, cambiar stazione o spegnere addirittura la radio, ma quella musica troppo dolce che adesso invadeva già tutto l’abitacolo e le sue orecchie glielo impediva come fosse una forza misteriosa che agisse su di lei.

    Know I'm forever near,
    The one you can always call.
    Right now all you know to fear
    Are the shadows on your wall.
    I'm here close enough
    To kiss the tears you cry,
    And I will sing my Angel's Lullaby.



    Sentì un groppo crescerle in gola e la vista annebbiarsi. Dannazione! Da quando in qua piangeva per una canzone? Strinse più forte il volante finché le mani non le divennero bianche e si morse il labbro inferiore cercando di disperatamente di non piangere. Quando la prima lacrima, impertinente, le scivolò su una guancia la cancellò via prontamente col palmo della mano, come se qualcuno potesse vederla e accorgersi che stava piangendo sulle dolci note di una ninna nanna. Incolpò gli ormoni e non tutta l’incasinatissima situazione in cui si era ritrovata da un momento all’altro, dopo una notte che sicuramente avrebbe cambiato la sua vita e lei in tanti, troppi modi, per poterli affrontare tutti insieme, da sola.

    So tell me how to stop the years from racing.
    Is there a secret someone knows?
    I'll never catch all the memories I'm chasing.
    I'll never be ready to let go.



    Frenò all’improvviso, scalando marcia e compì un’azzardata inversione ad U. Fortunatamente, a quell’ora, in quel quartiere di Princeton, non c’era traffico così l’unico rischio che corse fu di imbattersi in qualche pattuglia di polizia che le avrebbe potuto ritirare abbastanza rapidamente la patente. Al momento, però, non le importava. Aveva tergiversato sin troppo in quei giorni e le sue paure, seppur giustificate, unite alla codardia di lui avrebbero molto probabilmente protratto la situazione per un tempo infinito, tempo che al momento lei non disponeva. Per l’esattezza, anzi, disponeva di 7 mesi e qualche settimana e una miriade di cose da fare alle quali non riusciva nemmeno a pensare. Premette un po’ di più il piede sull’acceleratore, desiderosa di arrivare il prima possibile a destinazione. Com’era il detto? Via il dente, via il dolore? Già. Ma in questo caso aveva la netta sensazione che anche il post “estrazione del dente” avrebbe comportato molto, molto dolore.

    And when the world seems cold,
    And you feel that all of your strength is gone,
    There may be one tiny voice,
    Your reason to carry on,
    And when I'm not close enough
    To kiss the tears you cry,
    You will sing your Angel's Lullaby.
    Let this be our Angel's Lullaby



    La canzone proseguì indisturbata, accompagnando Cameron per tutto il tragitto e concludendosi con le ultime note proprio quando dal fondo della strada intravide quel portone che ormai conosceva così bene.



    To Be Continued ....



    Il brano che abbiamo inserito è di Richard Marx - Angel's Lullaby

     
    Top
    .
24 replies since 29/8/2009, 16:23   1062 views
  Share  
.